Succede all’Ospedale Santa Maria Annunziata (Osma)
Una giornata di lavoro diversa dal solito, con un amico a quattro zampe tra i partecipanti a un audit formativo in ambito sanitario. È successo all’Ospedale Santa Maria Annunziata (Osma). L’animale d’affezione, Buffy, un Border collie di dodici anni, è stato in grado di trasmettere serenità. E non solo al suo proprietario ma anche a tutti i presenti.
Buffy non è un cane qualsiasi, ma il fedele compagno di Sabina Scarvaci, infermiera e professionista esperta in rischio clinico presso l’Azienda Usl Toscana Centro. La sua presenza in un contesto lavorativo rappresenta un’idea innovativa, che unisce il benessere individuale a produttività e qualità dell’ambiente lavorativo.
Buffy, esempio positivo di animale d’affezione nei luoghi di lavoro

Sabina vive con Buffy da dodici anni. Prima di ottenere l’autorizzazione a portarlo con sé al lavoro, era costretta a lasciarlo a casa per lunghe ore consecutive. Decisa a migliorare la situazione, ha fatto richiesta alla dirigenza basandosi sul regolamento che disciplina l’accesso dell’animale d’affezione dei pazienti nelle strutture sanitarie. Dopo un’attenta valutazione, Buffy ha ottenuto l’approvazione per accedere all’area di San Salvi, sede della struttura del rischio clinico.
Da allora, il Border collie è diventato una figura familiare nel team. Durante le ore di lavoro, rimane accanto a Sabina, come lei stessa racconta. «Ha la sua ciotola e interagisce con i colleghi, portando un tocco di leggerezza e buon umore. La sua presenza – racconta Sabina Scarvaci – ha avuto un impatto positivo anche in momenti critici. E infatti, durante l’audit all’Ospedale Santa Maria Annunziata (Osma), Buffy ha contribuito ad allentare le tensioni tra i partecipanti e a favorire un confronto più sereno».
L’esperienza di Sabina e Buffy ha sollevato un’interessante riflessione: gli animali d’affezione potrebbero rappresentare una risorsa nei luoghi di lavoro? In particolare, in ambiti complessi come quello sanitario, dove stress e responsabilità sono all’ordine del giorno, la presenza di un animale d’affezione potrebbe fare la differenza?
Animale d’affezione: il commento di Luisella Litta, infermiera dell’Usl Toscana centro-Osma
A dire la sua è Luisella Litta, infermiera con incarico di funzione presso Usl Toscana centro-Osma e commissaria dell’Albo degli infermieri di Opi Firenze-Pistoia.
«La risposta a questi interrogativi è, a mio avviso, positiva – spiega Luisella Litta -. In questo caso specifico, si è tenuto conto anche del fatto che Buffy è stato addestrato nel primo anno di vita all’autocontrollo. Con regole chiare e misure adeguate è possibile introdurre l’animale d’affezione nei luoghi di lavoro. Naturalmente, è necessario che vengano garantite igiene, sicurezza e rispetto delle sensibilità di tutti. Esperienze come quella di Sabina e Buffy – prosegue – aprono la strada a nuovi modelli di benessere lavorativo. Modelli dove la qualità della vita del personale si intreccia con ambienti di lavoro più umani e accoglienti. Dunque, anche più produttivi e sereni. L’Azienda Toscana Centro è un esempio di innovazione, promuovendo un dialogo costruttivo tra operatori e cittadini. In fondo – conclude -, la salute non è solo assenza di malattia, ma anche benessere globale». E, a volte, un Border collie può indicarci la strada per raggiungerlo.
Alessandra Ricco
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