In questi cinquant’anni di attività, la Banca del latte più grande d’Italia, ha trattato e distribuito 87.600 litri di latte materno
La Banca del latte materno del Meyer compie cinquant’anni. È una delle realtà più antiche d’Italia, la prima per grandezza e ha avuto un ruolo pionieristico nell’aver organizzato un sistema di raccolta a domicilio su tutto il territorio. Per l’occasione, la Fondazione Meyer ha regalato alla Banca del Latte un nuovo mezzo per la raccolta a domicilio che è pronto a entrare in azione: un furgone refrigerato e predisposto per il trasporto in sicurezza e a temperatura protetta del latte.
I numeri della Banca del Latte
In questi cinquant’anni di attività, la Banca del Meyer ha raccolto, trattato e distribuito 87.600 litri di latte materno, arrivando a trattarne fino a 2500 litri ogni anno. Si tratta, a livello quantitativo, di una cifra record a livello nazionale. A donare sono state 13mila donne mentre a ricevere il prezioso alimento sono stati ben 20mila bambini, ricoverati al Meyer o in qualunque altro ospedale regionale e, talvolta, anche fuori dalla Toscana.
La storia di Marina, una delle prime donatrici della Banca
Dietro questi numeri, ci sono altrettante storie: vite che si incontrano e si intrecciano in un momento speciale come quello della maternità. Mamme che donano, mamme che ricevono e bambini che riescono a superare un momento difficile. Tra queste c’è la storia di Marina, una delle prime donatrici della Banca: cinquant’anni fa, appena diventata mamma, scelse di aiutare altri bambini con il suo latte. E venticinque anni dopo, da nonna, ha visto la sua generosità tornare indietro, perché proprio grazie alla Banca il suo nipotino ha ricevuto il latte di cui aveva bisogno.
L’importanza del latte materno
“La comunità scientifica è ormai concorde nel riconoscere che il latte materno rappresenta la miglior fonte di nutrimento nelle prime fasi della vita – spiegano dal Meyer -. Grazie alle sue caratteristiche biologiche inimitabili, offre straordinari benefici, specie se assunto in modo esclusivo per i primi sei mesi e in modo complementare fino a due anni e oltre. Se il latte di mamma fa bene a tutti, questo alimento è davvero essenziale per i bambini più vulnerabili, perché nati prematuri o perché affetti da una patologia: somministrato nelle prime e più critiche settimane di vita, rappresenta un vero e proprio complemento terapeutico”.
Purtroppo non sempre i neonati che ne avrebbero più bisogno possono disporre in modo adeguato del latte delle loro madri. Ed è qui che entra in gioco la solidarietà delle altre donne e l’impegno delle Banche del latte. Oltre ai neonati di basso peso, possono trarre notevoli benefici dal latte umano donato i lattanti affetti da patologie gastrointestinali, metaboliche, cardiache, renali, immunitarie o da altre condizioni caratterizzate da ridotta tolleranza alimentare, che richiedono un nutrimento il più equilibrato e digeribile possibile.
Una storia che arriva da lontano
Il Meyer ha sempre sostenuto l’allattamento materno, anche negli anni ‘60, quando la scelta di allattare non era considerata “di moda”. Già all’epoca, i pediatri che lavoravano nell’Ospedale fiorentino erano convinti che in assenza del latte fornito dalla madre naturale, quello umano (donato da altre madri) fosse la migliore scelta per i neonati prematuri o con patologie. E gli studi scientifici hanno confermato che quella intuizione era esatta. Fu una scelta rivoluzionaria: nel 1970 le donne che allattavano al seno in Italia erano solo il 49%.
Il primo obiettivo della Banca, quindi, fu quello di promuovere la scelta dell’allattamento materno e creare una cultura nella donazione nella popolazione. La richiesta, allora come oggi, era tanta. Fu così che, per ottenere quantità di latte sufficiente a coprire il bisogno, fu creata la Banca del Latte umano, un punto di raccolta, trattamento e distribuzione gratuita ai piccoli pazienti. Dopo un periodo di rodaggio iniziale, dai primi di marzo del 1971 fu organizzato anche il sistema di raccolta domiciliare che continua ancora oggi.