Tamponi rapidi antigenici: c’è l’accordo tra pediatri di famiglia e Regione

Firmato oggi, 11 novembre, l’accordo tra Regione Toscana e organizzazioni sindacali dei pediatri di famiglia (Fimp e Simpef) per i tamponi rapidi antigenici. Nello specifico, quanto stabilito servirà a potenziare la risposta dell’assistenza territoriale e contrastare la trasmissione del virus. Un’intesa che fa seguito a quelle già sottoscritte con i medici di medicina generale (Fimmg e Snami) proprio in questi giorni e che va a irrobustire il lavoro di squadra dell’intero sistema sanitario regionale.

«Stiamo ottenendo risultati importanti come anche la collaborazione dei pediatri, che ci consente di continuare a rafforzare le attività territoriali per contrastare la diffusione del Covid – dichiara l’assessore regionale alla sanità, Simone Bezzini, firmatario dell’accordo insieme ai segretari regionali Valdo Flori e Silvia Petralli, l’uno di Fimp e l’altra di Simpef -. Il coinvolgimento dei pediatri è funzionale al potenziamento delle attività di indagine epidemiologica tramite l’accertamento diagnostico per evitare eventuali focolai, isolare i casi positivi al Covid e avviare subito il tracciamento dei loro contatti stretti – prosegue Bezzini -. L’attuale contesto emergenziale e l’evoluzione dello scenario epidemico richiedono l’impegno di tutti».

L’accordo prevede il coinvolgimento dei pediatri di famiglia per effettuare tamponi antigenici rapidi o di altro test di sovrapponibile capacità diagnostica, nel proprio studio, all’interno della forma associativa nella quale operano, dandone comunicazione alla Asl. Il test è rivolto ai contatti stretti asintomatici, individuati dal pediatra di libera scelta oppure individuati e segnalati dal Dipartimento di Prevenzione, in attesa di tampone rapido oppure ai casi sospetti, che il pediatra si trovi a dover visitare e che decide di sottoporre a test rapido. I pediatri che non intendono effettuare i tamponi antigenici rapidi presso i propri studi – si legge nel documento – devono darne immediata comunicazione all’azienda sanitaria, che dovrà identificare le sedi e, nell’ambito del comitato aziendale, concordare le modalità organizzative relative all’effettuazione dei test diagnostici. In questo caso il test diagnostico sarà effettuato anche agli assistiti degli altri pediatri di libera scelta e sarà rivolto esclusivamente ai contatti stretti asintomatici allo scadere dei 10 giorni di isolamento, identificati in base a una lista trasmessa dal Dipartimento di Prevenzione. Eseguito il tampone, il pediatra registra la prestazione e il risultato ottenuto sugli appositi sistemi informativi regionali. In caso di esito positivo sempre il pediatra ne dà tempestiva comunicazione al servizio di Sanità pubblica o alla Prevenzione della propria Asl e raccomanda l’isolamento domiciliare fiduciario, in attesa dell’esito del tampone molecolare di conferma. Se l’esito è invece negativo, rilascia l’attestazione di negatività al paziente.

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