Una professione nel Dna quella di Salvatore Angileri, infermiere nel reparto di rianimazione pediatrica all’ospedale pediatrico Meyer di Firenze. I suoi genitori erano infermieri e in lui innata è sempre stata l’attenzione al prossimo dapprima come volontario in numerose associazioni e poi in reparto. «Il mio è un ambito molto delicato – racconta- perché non ci si prende cura solo del piccolo paziente ma anche della sua famiglia. E soprattutto quando i bambini restano ricoverati a lungo con i genitori si instaura una vera e propria relazione: si aprono, si confessano, raccontano paure e ansie. La comunicazione è un aspetto molto importante della mia professione anche perché ogni giorno si ha a che fare con pazienti che spesso non sono in grado di spiegare sintomi e dolori. Riuscire a comunicare senza parole è una competenza che si acquisisce col tempo e con l’esperienza». Un lavoro duro soprattutto da un punto di vista psicologico: «Se il decorso del paziente è infausto – sottolinea Angileri – si assiste ad un dramma familiare. Ma quando i bambini si riprendono e tornano a trovarci per tutta l’equipe è una soddisfazione immensa. E’ il nostro orgoglio».
Un ruolo ricoperto grazie alla formazione dopo aver conseguito la laurea in Scienze infermieristiche: prima l’esperienza in una struttura privata e poi un master in terapia intensiva a Empoli cui è seguita l’esperienza al policlinico universitario di Modena dove Angileri si è appassionato sempre di più all’esperienza con i più piccoli. Di qui la decisione di chiedere il trasferimento al Meyer dove sta acquisendo sempre più competenze, oltre ad aver conseguito un master in Management delle funzioni di coordinamento. Una moltitudine di esperienze che Angileri metterà al servizio dei futuri infermieri essendo membro del neonato Osservatorio politiche giovanili dell’Ordine degli Infermieri di Firenze e Pistoia. «Sono molto orgoglioso di questo ruolo – sottolinea Angileri – perché darò il mio contributo per lo sviluppo della professione infermieristica affiancando gli studenti del terzo anno della Laurea in Scienze infermieristiche e aiutandoli nella scelta dei progetti di ricerca». Molteplici i percorsi che l’Osservatorio si propone di realizzare: dalle relazioni internazionali allo sviluppo di buone pratiche e linee guida; dalla formazione ECM allo sviluppo della figura dell’infermiere nelle scuole.