Un patto per la salute per gli anni 2020-2021. Al tavolo della discussione nei giorni scorsi all’auditorium Cto dell’azienda Ospedaliero universitaria di Careggi c’era anche l’Ordine delle Professioni Infermieristiche interprovinciale di Firenze Pistoia.
All’incontro non ha potuto partecipare il Ministro della Salute Roberto Speranza, impegnato a seguire l’emergenza Coronavirus. L’evento è stato aperto da Carlo Rinaldo Tomassini, direttore generale dei Diritti di Cittadinanza e coesione sociale per la Regione Toscana. Partenza con un minuto di silenzio per rendere omaggio ai molti femminicidi avvenuti in questi giorni. A tal proposito Stefania Saccardi, assessore alla Salute per la regione, ha enfatizzato la nascita in Toscana del “codice Rosa” a loro supporto e sostegno.
Patto per la Salute: il commento del presidente Rossi
«Si tratta di risorse significative di circa 120 milioni di euro per il 2020 e di 65/70 milioni per gli anni successivi – ha commentato il presidente della Regione Enrico Rossi -. Permetteranno interventi concreti non solo sul capitale umano, ma anche sulle liste di attesa e in particolare sulla riorganizzazione dell’assistenza territoriale». Il presidente Rossi si è poi soffermato anche sulla questione degli specializzandi iscritti al terzo anno dei corsi di specializzazione quadriennale e quinquennale. Su di loro il Governo ha dato il via libera perché possano partecipare ai concorsi per la dirigenza sanitaria (per gli specializzandi nelle graduatorie concorsuali prorogata al 31 dicembre 2022 la possibilità di stipulare contratti a tempo determinato), facendo riferimento alle procedure concorsuali su cui Estar sta già lavorando.
I nodi del Patto per la Salute
Il Patto per la salute affronta alcuni nodi fondamentali per la sanità: da quello del personale ai Lea, dalla mobilità sanitaria agli investimenti per le infrastrutture (32 miliardi), dalla ricerca alla prevenzione, fino alla revisione dei ticket.
“Un’importante comunione di intenti” secondo l’assessore Saccardi
«Prima della fine del 2019 – ha detto l’assessore regionale al diritto alla salute Stefania Saccardi – c’è stato l’accordo tra Ministero e Conferenza Stato-Regioni, ora il Patto aspetta di essere tradotto in legge. Per ora è un accordo di buona volontà, una comunione di intenti, ma le Regioni sono soddisfatte. Tanti nodi restano, ma sono stati fatti tanti passi in avanti, che non possiamo tacere. È un buon documento, che porta avanti il rapporto tra Regioni e Stato. Registriamo con soddisfazione un’inversione di tendenza e un rinnovato dialogo».
Molteplici sono state le proposte sulle risorse umane, che riguardano vari aspetti: il reclutamento dalle graduatorie, la revisione del sistema di formazione, lo sviluppo delle competenze professionali.
Assistenza territoriale con modelli organizzativi
«Altro aspetto ampiamente preso in considerazione è stata l’assistenza territoriale attraverso modelli organizzativi integrati, con modalità e strumenti per la presa in carico del cittadino-utente attraverso Medico Medicina Generale–Infermiere di Famiglia – ha spiegato Alessandro Singali infermiere esperto in area etico deontologica di Opi Fi-Pt -. Il vero indicatore è rappresentato dal valore percepito dal cittadino attraverso il suo coinvolgimento effettivo con un sistema che “sta sul pezzo e va avanti”. Intercettando i bisogni del territorio per garantire le giuste direzioni con una collaborazione fattiva e non teorica. La programmazione congiunta e l’integrazione delle competenze è l’indirizzo che indica dove vogliamo andare e il giusto senso di appartenenza al progetto salute».