Sotto le logge del Fregio Robbiano del vecchio ospedale son in mostra i volti di chi combatte il Covid-19 in prima linea
Occhi sorridenti, sui volti coperti dalle mascherine, strumenti diventi ormai parte della nostra quotidianità. E’ il progetto “Respira”, l’omaggio di Pistoia all’intero mondo sanitario che in prima linea sta combattendo da mesi il Covid19. Una serie di gigantografie che prendono posto sotto le logge del Fregio Robbiano del vecchio ospedale cittadino.
Promosso dalla presidenza della Società della Salute (Sds) pistoiese insieme a tutti Sindaci e agli Assessori e dalla direzione della zona distretto di Pistoia, il progetto è ideato da Raffaele Gori/Tands e realizzato con le immagini di operatori sanitari e non sanitari, fotografati da Lorenzo Gori. Ovviamente nel rispetto delle misure anticontagio.
L’obiettivo è stimolare una riflessione comune sulla stagione che stiamo vivendo, ponendo al centro un gesto, a volte scontato, che tutti facciamo: respirare. Il messaggio non è “i dispositivi di sicurezza personali rappresentano un limite alle nostre libertà”. Ma che anzi questi rappresentano gli strumenti necessari per attraversare questo delicato e difficile momento.
“Gli attori del progetto – ha dichiarato Anna Maria Celesti, presidente della SDS – sono persone che stanno impegnando la loro vita per permetterci di tornare a respirare liberamente. Non potevamo ignorare quello che stanno facendo e un riconoscimento pubblico era doveroso. Ognuno di loro rappresenta uno spaccato del mondo sanitario e non sanitario. E anche il gesto della svestizione rappresentato nelle foto, mira a restituire un’identità umana a tutti quegli operatori che proteggono la nostra salute”.
“Le immagini spesso ci aiutano a capire più delle parole – ha aggiunto il direttore della zona distretto pistoiese Daniele Mannelli -. Nel caso specifico credo serviranno a spiegarci e ad evocare ancora meglio la realtà che stiamo vivendo e lo sforzo che viene compiuto da molti operatori, ogni giorno. Sia da quelli che lavorano nelle strutture ospedaliere che sul territorio. Uno sforzo enorme e inedito, al quale era necessario dare visibilità con un contributo da condividere con l’intera comunità”.