L’infermiera si è sottoposta alla vaccinazione lo scorso 27 dicembre; dopo dieci giorni è stata lei stessa a vaccinare in Rsa
«Lo ritenevo un gesto importante nei confronti dei colleghi e della mia famiglia. Credo che sia la vera chance che abbiamo per uscirne e sono fermamente convinta che tutti quello che possono debbano farlo». È per questo che Silvia Fiesoli, coordinatrice infermieristica all’Ospedale San Giovanni di Dio di Torregalli, ha scelto di essere tra i primi a sottoporsi al vaccino anti-Covid, in occasione del Vaccine Day che in Toscana si è tenuto lo scorso 27 dicembre.
«Mi sono vaccinata nella mia sede di lavoro, ho fatto il vaccino Pfizer e il giorno dopo avevo un leggero cerchio alla testa, ma non tale da richiedere l’assunzione di medicinali, e un po’ di dolore al braccio. Più o meno i soliti effetti di un qualsiasi vaccino – spiega Fiesoli». L’infermiera è anche coordinatrice del Girot dell’Asl Toscana Centro Firenze Nord Ovest (Gruppo di intervento rapido ospedale territorio), un gruppo multi professionale che ha il compito di valutare dal punto di vista logistico, assistenziale e diagnostico-terapeutico gli ospiti di Rsa e Rsd, cercando di contenere i contagi e coordinando anche la formazione specifica in Rsa; quando necessario integrando il personale delle strutture con personale infermieristico e oss.
A parte gli effetti collaterali quasi assenti come si sente?
«Nella seconda metà di gennaio sarà il turno della seconda dose; dovrei acquisire l’immunità dopo una settimana. E non vedo l’ora».
Intorno a lei sono tutti così motivati?
«Tanti colleghi inizialmente dubbiosi si sono ricreduti, vedo una vera e propria corsa al portale per le prenotazioni. Spero che il messaggio sia passato bene, almeno nel nostro ambiente. Il personale sanitario ha acquisito nuove conoscenze che hanno preso il posto dei dubbi dati dall’incertezza, via via che si scoprono cose nuove. Penso che conti molto anche l’esempio di persone che si sono vaccinate volentieri».
L’organizzazione le sembra efficace?
«Stiamo vaccinando tutti i giorni compresi i festivi a ruota continua e non si sono mai creati assembramenti. Io sono anche jolly per quanto riguarda le vaccinazioni in Rsa». Ovvero? «Sostituisco i vaccinatori nel caso qualcuno abbia un problema. L’ho già fatto il 6 gennaio in Rsa e il 7 in ospedale».
Da vaccinata a vaccinatrice in 10 giorni, un manifesto pro vaccino… Cosa direbbe agli scettici?
«Chi non è in ospedale non sa esattamente cosa succede con questa malattia. Credo che dobbiamo cercare in tutti i modi di neutralizzarla e il vaccino è la nostra vera chance. Io sono molto fiduciosa nella scienza e penso che dovremmo esserlo tutti. È ovvio che lo scetticismo rimarrà; quello che spero è che sia una fetta sempre più piccola. Perché sia efficace, per proteggere i soggetti fragili, e per salvarci dalla malattia dobbiamo farlo in massa».
Lei si occupa anche dell’ambiente delle residenze sanitarie, qual è la situazione?
«Nelle Rsa e nelle Rsd si stanno vaccinando, in questa prima fase, tutti i soggetti che non hanno mai avuto la malattia, dato che chi è già venuto a contatto con il virus ha una temporanea immunità. L’obbiettivo è proteggere gli anziani fragili. Speriamo di arrivare a fine vaccinazione con una buona copertura. Per quanto riguarda l’Asl Toscana Centro Firenze Nord Ovest, la somministrazione della prima dose in Rsa, Rsd e centri diurni dovrebbe concludersi entro il 13 gennaio; la seconda entro la fine del mese. Poi si passerà a vaccinare anche coloro che hanno già avuto la malattia».