Stress lavoro-correlato, Opi Fi-Pt: «il rischio per gli infermieri è alto»

Le richieste dell’Ordine ad Asl, Careggi e Meyer

Ferie sospese, turni interminabili, spostamenti di sede forzati. Il prolungamento della situazione di emergenza causata dalla pandemia di Covid 19 sta mettendo gli infermieri a rischio stress lavoro-correlato. Anche a seguito di diverse segnalazioni ricevute dai propri iscritti, l’Ordine delle Professioni infermieristiche interprovinciale Firenze e Pistoia ha lanciato all’assessore regionale alla sanità, Simone Bezzini e ai direttori delle tre Ausl Toscane e delle Aziende ospedaliero-universitaria Careggi e Meyer una serie di proposte. Misure da mettere in atto al fine di diminuire il carico di stress che gli infermieri stanno sostenendo ormai da diversi mesi. Chiedendo di poter aprire un confronto in modo da poter essere di supporto in un momento storico particolarmente difficile.

Massai: «Tanti nostri iscritti ci hanno segnalato una situazione non più sostenibile»

«Tanti nostri iscritti ci hanno segnalato una situazione non più sostenibile – spiega il presidente di Opi Firenze Pistoia Danilo Massai -. Fatta di turni massacranti, giorni di riposo o di ferie sospesi. Di spostamenti di sede di lavoro obbligati senza una valutazione né del livello di formazione né delle esigenze personali. Come tante altre persone, infatti, ci sono infermieri che hanno familiari con handicap o che necessitano di assistenza».

«Le organizzazioni sono soggette a variazioni repentine di programmi, mentre i dirigenti sono lontani dal lavoro di linea – aggiunge -. E non hanno un preciso controllo di quanto succede a valle. L’organizzazione e la gestione del personale non permettono un’equa distribuzione delle risorse. Con la richiesta continua di personale infermieristico ed OSS per servizi extra aziendali senza un incremento della dotazione organica. E a questo c’è da aggiungere che a tutti questi sforzi non fa seguito un’adeguata valorizzazione economica nemmeno attraverso la forma di incentivi».

«L’emergenza ha colto tutti impreparati a gennaio 2020, ma nel settembre dello stesso anno, non doveva essere così»

Una situazione che sta prolungando la condizione di stress che ricade sul personale sanitario e in particolare su infermieri e OSS. Disagio che invade non solo la sfera legata al lavoro, ma anche quella personale/individuale e familiare. «Questo – prosegue Massai – porterà inevitabilmente a gravi conseguenze sull’assetto organico anche nel prossimo futuro, indipendentemente dal prolungamento dello stato di emergenza. L’infezione da Coronavirus ha colto tutti impreparati a gennaio 2020, ma nel settembre dello stesso anno, non doveva essere così».

«Lo spostamento del problema dall’ospedale al territorio era un’eventualità prevista e prevedibile e l’incremento dei servizi e delle risorse era auspicabile – aggiunge -. Inoltre, anche laddove si è provveduto a potenziare, l’azione a macchia di leopardo ha continuato ad avere la prevalenza rispetto ad una distribuzione pianificata in modo omogeneo. Questo comporta che in alcuni servizi si assiste ad un importante sovraccarico di lavoro e responsabilità, mentre altri mantengono livelli di routine lavorativa a volte molto più bassi di quanto richiesto o dovuto».

Le richieste ad Asl, Careggi e Meyer per prevenire una situazione di effettivo rischio stress lavoro-correlato

È in quest’ottica che l’Ordine delle Professioni infermieristiche Interprovinciale di Firenze e Pistoia chiede alle direzioni delle Aziende Sanitarie, di Careggi e del Meyer di adottare una serie di misure che puntano a prevenire una situazione di effettivo rischio stress lavoro-correlato. Tra le proposte, quella di attivare di sistemi di rilevazione dei fattori di stress in tutti i servizi per evidenziare tempestivamente le situazioni a rischio. Prevedere inoltre la possibilità di organizzare dei turni di lavoro su orari ridotti, in particolare nei servizi ‘ad alto rischio’. E garantire, oltre alle pause definite con il libero settimanale, il turn-over del personale per assicurare il beneficio delle ferie e un’equa distribuzione del lavoro.

Tra i punti, anche aumentare i punti di riferimento di sostegno psicologico

E ancora, assicurare, anche attraverso la presenza costante nei settori a rischio o ad alto rischio, la presenza di personale esperto nella comunicazione per supportare il personale in caso di stati ansiosi generati dalla situazione professionale. Ma anche aumentare i punti di riferimento di sostegno psicologico. Garantire poi la sicurezza dei lavoratori non solo con la presenza e il monitoraggio dei DPI (con una giusta fornitura che garantiscaricambio frequente e qualità del prodotto), ma assicurando un numero idoneo di personale che consenta di svolgere l’attività con i tempi ed i modi dovuti. Infine, prevedere l’attivazione di sistemi adeguati di comunicazioni e informazioni, che diano indicazioni precise, dirette e chiare evitando l’incertezza nell’agire e la variabilità dei comportamenti.

 

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