Vaccino Covid: Simona, infermiera, è la prima in Toscana

Simona Bausi lavora nel reparto Covid a Careggi: «Vediamo la luce in fondo al tunnel»

«È andata bene. È stata una mattinata davvero emozionante». E non solo per il contesto e per l’enorme interesse mediatico. Ma anche perché Simona Bausi, infermiera di 50 anni che lavora nel reparto di degenza Covid a Careggi, è il volto di un momento storico per la Toscana. È la prima persona che domenica scorsa ha ricevuto il vaccino contro il Coronavirus.

Perché lo definisce un momento emozionante?

«Emozionante perché… è stato davvero un grande passo. Tutti noi aspettavamo a gloria questo momento: adesso, grazie al vaccino, iniziamo davvero a vedere la luce in fondo al tunnel. Dopo un anno così buio siamo contenti e pieni di speranza».

Adesso come spera che vada?

«Spero in un ritorno enorme da parte tutti, tanto dal personale sanitario che dai cittadini. Altrimenti è una battaglia che abbiamo già perso. Io credo nel ‘prevenire è meglio che curare’, e quando prevenire è possibile è meglio farlo. È un dovere soprattutto nei confronti di tutte le persone che non possono fare i vaccini e che con questo gesto possiamo tutelare».

Quali sono state le reazioni intorno a lei?

«I miei familiari, i miei colleghi la pensano tutti come me; chi ha potuto ha già fatto il vaccino, gli altri lo aspettano con impazienza. Scorrendo i social invece ci si rende conto che ci sono altre realtà meno pronte. E questo mi dispiace. Per noi sanitari dev’essere un dovere; dobbiamo essere d’esempio per tutti».

Cosa direbbe agli scettici?

«Se vi piace vivere come abbiamo vissuto abbiamo nell’ultimo anno non lo fate. Ma se vogliamo puntare al ritorno alla normalità sia all’interno dei presidi ospedalieri che nella quotidianità, il vaccino è la strada migliore. Nessuna terapia e nessun farmaco sono sicuri al 100%; anche una semplice Tachipirina ha delle controindicazioni. La paura è comprensibile ma da lì alle teorie ‘complottiste’ che si sentono il passo è lungo. Ho piena fiducia nel vaccino, altrimenti non sarebbe stato approvato». 

La domanda di rito. Come sta?

«Sto benissimo, solo un normale indolenzimento al braccio che viene per ogni vaccino».

 

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