Diabete, la Toscana porta sul fascicolo sanitario i dati dei sensori

La regione è la prima in Italia e in Europa a mettere a punto questa integrazione

Il monitoraggio dei valori del diabete sarà più facile per i cittadini toscani. I dati sul livello di concentrazione di glucosio nel sangue saranno infatti disponibili all’interno del fascicolo sanitario elettronico. I dati rilevati dai sensori utilizzati dalle persone diabetiche saranno così facilmente accessibili ai medici delle strutture diabetologiche o ai medici di medicina generale. La Toscana è la prima in Italia e in Europa a mettere a punto questa integrazionediretta di dati. In anticipo sul progetto nazionale Pnrr che scadrà a dicembre 2025.

Diabete: passo avanti nell’automonitoraggio

Automonitorare il diabete è una prassi consolidata nei pazienti con questa patologia. Come è noto, i diabetici necessitano di controllare costantemente la concentrazione di glucosio nel sangue. In Toscana sono oltre 12.000 quelli dotati di sensore con tecnologia flash. La possibilità di avere però registrata, nel fascicolo sanitario elettronico, la propria storia clinica rappresenta un’importante evoluzione nel percorso di cura. Questo consentirà infatti di avere una fotografia della propria salute con una disponibilità di dati immediata a disposizione dei professionisti.

Diagnosi e cura: un’integrazione utile anche per il lavoro dei medici

Nel complesso si tratta di un’esperienza innovativa unica nell’ambito della sanità pubblica. Al tempo stesso è una semplificazione, sia per la salute dei pazienti con diabete sia per il lavoro di diagnosi e cura che spetta ai medici. Questi ultimi, grazie all’accesso diretto al fascicolo sanitario elettronico o all’integrazione nelle cartelle cliniche elettroniche avranno a disposizione infatti la storia del paziente. E questo li aiuterà nell’individuazione del percorso di cura più appropriato. Non solo. La sincronizzazione in tempo reale dei dati semplificherà anche il dialogo tra il medico di medicina generale e medici specialisti, favorendo così diagnosi e definizione di piani terapeutici personalizzati.

Giani: «una novità che mette i pazienti nelle condizioni di poter fare prevenzione»

«In Toscana ci sono 250mila cittadini affetti da diabete, sia esso di tipo 1 o di tipo 2». Ha sottolineato il presidente della Regione Toscana Eugenio Giani. «Grazie a questa innovazione, potranno trovare i dati letti dal loro sensore all’interno del proprio fascicolo sanitario elettronico. Una novità assoluta che sono convinto sarà presto imitata anche in altre realtà. Abbiamo voluto e potuto introdurla grazie alla collaborazione con la multinazionale Abbott che, fornendo questo servizio, innalza il livello di conoscibilità della malattia, mettendo quindi i pazienti nelle condizioni di poter fare prevenzione».

Bezzini: «Sul diabete la Toscana esempio di avanguardia»

«In tema di diabete la Toscana ha messo in campo esperienze all’avanguardia, replicate anche in altre regioni». Ha detto l’assessore al diritto alla salute Simone Bezzini. «Anche questa volta facciamo da apripista in Italia ed in Europa. La tecnologia consentirà di accrescere l’interoperabilità del dato clinico e dunque migliorare efficacia, aderenza ed appropriatezza delle cure. Un esempio concreto di innovazione e semplificazione, non solo per le persone diabetiche, ma anche per i professionisti, per orientare i pazienti verso i percorsi di assistenza più adeguati».

Belardinelli: «Soluzione implementabile con ogni fornitore di dispositivi medici presente sul mercato»

«Questa nuova tecnologia si integra perfettamente con le piattaforme informatiche sviluppate dalla nostra regione e facilita perciò l’accesso ai servizi sanitari e la continuità di cura tra medico, specialista e paziente». Ha spiegato l’ingegner Belardinelli, responsabile del settore Sanità digitale e innovazione di Regione Toscana. «I sensori in uso poi, sono quelli già forniti dal sistema sanitario regionale ai pazienti con diabete, sensori Fgm (Flash glucose monitor ndr), mentre il motore di integrazione è una soluzione ‘aperta’. Sarà dunque implementabile con ogni fornitore di dispositivi medici presente sul mercato, anche per altre patologie croniche».

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