In più di 30 hanno partecipato al progetto d’inserimento: il punto con la presidente dell’associazione, Isabella Mancini
Volge al termine, con un bilancio più che positivo, il progetto “Per Lei. Percorsi di leadership e inserimento lavorativo per donne con background migratorio”, messo a punto da Nosotras e Italia Hello. Un’iniziativa pensata per offrire alle donne straniere dell’area metropolitana di Firenze formazione, supporto e orientamento al mondo del lavoro. E raggiungere così la propria e piena autonomia. Il progetto su donne migranti e lavoro, finanziato dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Firenze, “Per Lei” poggia le basi sul lavoro portato avanti, a partire dal 1998, da Nosotras Onlus. L’associazione, composta da donne provenienti da più di 30 diversi Paesi del mondo, da oltre vent’anni si concentra sul supporto e la promozione del mondo femminile, anche attraverso l’ascolto reso possibile dagli sportelli presenti in Toscana.
«Sono circa trenta le donne che hanno seguito il percorso formativo, 5/6 quello di mentoring, con una media di 40-50 persone presenti a ogni incontro tematico – spiega Isabella Mancini, presidente di Nosotras Onlus (nella foto sotto)-. Il progetto è frutto dei vari percorsi di attività, formazione e incontro che come associazione offriamo attraverso gli sportelli territoriali. Da quell’ascolto, riusciamo a individuare quali sono i bisogni delle persone che si rivolgono alla nostra associazione; da una semplice necessità pratica, vengono fuori dinamiche che ci permettono di affrontare problemi più complessi».
Qual è il target di donne che si rivolge a voi per il tema lavoro?

«Quelle che si sono rivolte a noi negli ultimi 5 anni hanno principalmente fra i 20 e i 40 anni, gran parte con figli a carico in età prescolare e facenti parte di nuclei monofamiliari. Ragazze che da una parte hanno l’esigenza di lavorare e dall’altra faticano a conciliare vita e lavoro. Soprattutto le migranti, infatti, affrontano il problema del welfare di prossimità: manca loro il supporto di nonni, compagni e di una rete amicale strutturata. Hanno quindi difficoltà nel valutare un cambio di professione, un passaggio che richiede un ulteriore percorso di formazione e di orientamento e che passa in secondo piano davanti ad esigenze primarie come mangiare e pagare l’affitto. E rinunciano così alla possibilità di migliorare nel mondo lavoro, sia a livello di qualifica che dal punto di vista economico».
Come s’inserisce questo progetto nelle attività di Nosotras?
«Da quattro anni proponiamo progetti che puntano a offrire una formazione base sui diritti dei lavoratori e delle lavoratrici, anche in collaborazione con i sindacati, per spiegare, ad esempio, come sono fatti i contratti, quali sono gli obblighi del datore di lavoro, come si legge una busta. A questo abbiniamo un accompagnamento all’orientamento lavorativo e al mercato del lavoro. Quello che abbiamo notato, e su cui ci siamo concentrate nel progetto “Per Lei”, è la difficoltà delle donne migranti a proiettarsi in contesti lavorativi diversi. Questo le porta a rinunciare e adattarsi a lavori occasionali e limitanti, pensando che non ci possa essere altra opzione: per questo abbiamo rafforzato la parte di coaching e di supporto alla ricerca attiva del lavoro. Per stimolarle a non credere che, se una porta non si apre, sarà così anche per tutte le altre».
Quali sono state le specificità di questo progetto rivolto alle donne migranti?
«Ci siamo focalizzate sul tema della rivalutazione delle competenze di studio nei percorsi di origine che, anche se non riconosciute legalmente (il processo è molto complesso a livello burocratico e spesso oneroso) possono essere comunque valorizzate. Re-immaginarsi in questo mercato del lavoro, tendenzialmente chiuso a chi viene da fuori, è molto complicato ma non impossibile. Certo serve orientamento e informazione: abbiamo lavorato su questo, prima con percorsi di gruppo e poi attraverso l’affiancamento individuale per analizzare bisogni, aspettative e cose da fare. Abbiamo cercato di offrire un’opportunità di ripensarsi e anche di costruire reti relazionali – le donne migranti sono spesso sole – senza le quali è difficile fare qualcosa nello specifico».
Lo sviluppo e le attività del progetto dedicato a donne migranti e lavoro

Attraverso workshop, percorsi formativi di gruppo, mentorship individuale e consulenza per l’inserimento lavorativo, seminari e momenti di confronto con le realtà del territorio quali università, agenzie formative, CPIA e rappresentanti di alcuni ordini professionali, tra cui l’Ordine delle Professioni infermieristiche Interprovinciale Firenze-Pistoia, il progetto “Per Lei” ha puntato al quindi rafforzamento dell’autostima e allo sviluppo delle soft skills delle donne migranti. E le ha accompagnate nell’individuazione di percorsi professionali individuali fornendo loro indicazioni sull’accesso al sistema educativo e di formazione, sul riconoscimento dei titoli di studio conseguiti all’estero e l’inserimento nel mondo del lavoro.
Come è stato il rapporto con Opi Firenze Pistoia?
«Dal progetto “Per Lei” abbiamo imparato molto anche grazie ai tavoli tematici che hanno permesso di costruire relazioni con diverse categorie professionali, come l’Ordine degli infermieri. Oggi più che mai è importante lavorare sulla ricollocazione di lavoratori e lavoratrici, vista la molteplicità e l’eterogeneità delle loro storie. Tante donne migranti si rivolgono ai nostri sportelli per informazioni sul riconoscimento dei titoli in infermieristica conseguiti nel proprio Paese d’origine. I contesti di origine sono i più disparati, dalla ragazza Venezuelana che non ha visto riconosciuta la propria qualifica ottenuta in Perù e ha intrapreso il percorso per diventare Osa, alla signora che era coordinatrice in Iran e che è riuscita a inserirsi nel mondo sanitario grazie al percorso di assunzione attivato in fase Covid. Le possibilità ci sono ma passano da percorsi lunghi, in cui non devono mancare supporto e motivazione».
Donne migranti e lavoro: lo sportello dedicato di Opi Firenze Pistoia
«Crediamo molto nel lavoro di Nosotras e questo progetto ha dimostrato ulteriormente la validità e la forza di un’associazione attiva e capillare sul territorio – commentano da Opi Firenze Pistoia -. Da parte nostra, abbiamo voluto offrire un contributo in questo ambito, aprendo uno sportello dedicato appunto alle donne migranti in possesso di titoli a carattere sanitario, dove poter ricevere e informazioni e orientamento al mondo del lavoro nel nostro settore di riferimento».