Laura D’Addio, presidente Cai: «un’idea per coinvolgere tutta la famiglia professionale»
Opi Firenze Pistoia è stato tra i primi in Italia a dare agli iscritti la possibilità di rappresentare l’Ordine in sede istituzionale. In genere infatti, la rappresentanza in sedi istituzionali è ristretta ai soli consiglieri: Opi Fi-Pt ha invece intrapreso un’iniziativa pioneristica, aprendo manifestazioni d’interesse per dare agli iscritti la possibilità di candidarsi a questo ruolo. Ne abbiamo parlato con Laura D’Addio, presidente della Commissione Albo Infermieri (Cai), a cui si deve l’idea.
Opi Firenze Pistoia ha recentemente pubblicato tre avvisi per la rappresentanza dell’Ordine in vari ambiti: di cosa si tratta?
«È un’iniziativa che siamo stati tra i primi in Italia ad avviare. All’Opi in generale e alla Cai in particolare è affidato il mandato di rappresentare la professione in una serie di sedi e eventi, a tutela della professione stessa e/o per il contributo che l’Ordine è chiamato a fornire in talune occasioni. Gli esami finali di alcuni percorsi formativi prevedono appunto la presenza e soprattutto il contributo di Opi alla valutazione dei candidati. Abbiamo quindi organizzato la nostra azione di rappresentanza con appositi Regolamenti, che ogni soggetto interessato potrà reperire sul nostro portale (www.opifipt.com)».
Quali sono le sedi in cui è prevista la presenza di un rappresentante di Opi Firenze Pistoia?
«Il primo è il Corso di Laurea in Infermieristica. Nell’esame finale di diploma si ottiene nel contempo il titolo di studio professionale e l’abilitazione a esercitare. È quindi prevista la presenza in commissione di due rappresentanti dell’Ordine.
Nel Corso di Laurea Magistrale in Scienze Infermieristiche e Ostetriche, dove a rigor di norma non sarebbe prevista la presenza dell’Ordine, non essendo abilitante, siamo invece puntualmente invitati. I buoni rapporti di collaborazione costruiti negli anni con la Scuola di Scienze della Salute Umana dell’Università degli Studi di Firenze hanno fatto sì che in Commissione sia previsto anche un rappresentante di Opi e uno dell’Ordine delle Ostetriche.
Infine nei Corsi di qualificazione per Operatore Socio Sanitario e per Operatore Socio Sanitario con Formazione Complementare in Assistenza Sanitaria, la Regione Toscana prevede la partecipazione di un Rappresentante di Opi, così come di un Rappresentante dell’Ordine degli Assistenti Sociali (quest’ultimo non è incluso però nell’esame di Formazione Complementare)».
Si è trattato quindi di un adempimento formale a cui dovevate rispondere come Cai?
«Tutt’altro. Dal punto di vista formale l’Ordine ha la possibilità di individuare i suoi rappresentanti tra consiglieri, commissari e revisori: in tutto sono previsti 32 componenti interni suddivisi tra i vari organi di Opi. Ma al contrario dell’ordinaria modalità di procedere, Opi Firenze Pistoia ha voluto aprire agli iscritti la funzione di rappresentanza, spalancando le porte e mostrando a più colleghi possibile le procedure interne all’Ordine e le sue funzioni.
Quindi non un adempimento ma un coinvolgimento responsabile di tutta la famiglia professionale del nostro Albo. A questo fine abbiamo aperto delle manifestazioni di interesse per giungere a costituire degli elenchi specifici, nominando poi a rotazione sia gli iscritti che i componenti di Opi Firenze Pistoia. In questo modo abbiamo organizzato un processo di qualità, trasparente e inclusivo, che supera la nomina estemporanea di un tempo, con un sistema di reporting mirato».
Ci sarà quindi per tutti la possibilità di condividere questa esperienza di rappresentanza?
«I posti sono ovviamente limitati, ma è certo che offriremo a tutti, nell’arco dei 4 anni del nostro governo di Opi Firenze Pistoia, l’opportunità di candidarsi: proprio per questo, ovvero per garantire la massima inclusione, lo stesso infermiere potrà far parte solo di un elenco. Come è giusto attendersi, sceglieremo tra coloro che si candideranno quelli che hanno le migliori competenze e caratteristiche, sottolineando che abbiamo disposto due riserve: una che permetta di evitare che siano sempre i soliti a stare nell’elenco, per così dire, e l’altra per garantire ai giovani infermieri (3-5 anni dalla laurea) di partecipare e collocarsi utilmente. Diciamo spesso che i giovani sono il nostro futuro – anche il nostro presente a dire il vero, viste le carenze di infermieri che stiamo affrontando – ma poi in genere sono sempre le generazioni più mature a piazzarsi: abbiamo voluto invertire il trend!».