Contratto sanità, il punto di Antonio Naddeo

Intervista al presidente dell’Aran, Agenzia per la Rappresentanza Negoziale delle Pubbliche Amministrazioni)

A che punto è il nuovo contratto sanità? Ne abbiamo parlato con Antonio Naddeo, presidente dell’Aran, l’agenzia italiana che rappresenta legalmente le pubbliche amministrazioni italiane nella contrattazione collettiva nazionale.

Qual è lo stato dell’arte della contrattazione sul contratto sanità?

“Il rinnovo del contratto per il comparto sanità 2022-2024 è stato un percorso lungo e complesso. Le trattative sono iniziate nell’aprile 2024 e si sono protratte per oltre dieci mesi, con ben 12 incontri tra l’Aran e le organizzazioni sindacali. Il nostro obiettivo, condiviso con il ministro Zangrillo e con le Regioni, era di tentare di chiudere l’accordo entro gennaio 2025, anche perché c’era la possibilità di avviare in breve tempo la trattativa per il 2025-2027, ma purtroppo non ci siamo riusciti. Tre sigle sindacali – Cgil Fp, Uil Fpl e Nursing Up – che rappresentano circa il 54% del comparto, hanno deciso di non sottoscrivere l’intesa, rendendo impossibile la conclusione del contratto (la legge consente di firmare un contratto con il 51% di rappresentatività)”.

Quali erano le caratteristiche del contratto proposto?

“L’ipotesi di contratto prevedeva miglioramenti sia sul piano economico che normativo. Sul fronte economico, l’incremento medio previsto per tutto il comparto era di circa 175 euro mensili. Alcune categorie avrebbero beneficiato di aumenti più consistenti: ad esempio, un infermiere di pronto soccorso avrebbe visto la propria retribuzione crescere da 240 euro in più al mese nel 2024, fino a circa 360 euro nel 2026. Le ostetriche avrebbero avuto un aumento di 35 euro sull’indennità di tutela del malato, mentre per tutti i professionisti sanitari era previsto un incremento di 58 euro nel 2026“.

Bozza del contratto sanità, le novità a livello normativo

“Dal punto di vista normativo, la bozza di accordo introduceva importanti tutele e migliorie – prosegue Naddeo – :

  • Maggiori garanzie per il personale sanitario: patrocinio legale gratuito e supporto psicologico per i dipendenti vittime di aggressioni, un tema molto sentito in ospedali e strutture sanitarie.
  • Migliori condizioni di lavoro: possibilità di escludere gli over 60 (attualmente 62)dai turni notturni e di pronta disponibilità, un aspetto cruciale per garantire il benessere dei lavoratori più anziani.
  • Incarichi professionali fino al valore di 5.000 euro (ora 3.000) compatibili con part time.
  • possibilità di stabilire un limite individuale di turni di pronta disponibilità su base plurimensile, comunque non superiore a 9 turni al mese, fermo restando il rispetto di un limite medio mensile pari  a sette turni
  • Maggiore flessibilità e riconoscimenti professionali: estensione dell’accesso all’area di elevata qualificazione anche a chi possiede una laurea triennale con almeno 7 anni di esperienza.
  • Nuove opportunità per il personale amministrativo: per la prima volta, si introduceva il buono pasto per chi lavora in modalità agile, un riconoscimento importante per chi opera da remoto.
  • Proroga del termine per le progressioni verticali in deroga al 31 dicembre 2026 (invece ora scadranno il 30 giugno 2025)

Poi c’erano ulteriori novità riguardo alle relazioni sindacali.

Tutte le novità normative non potranno comunque essere recuperate, perché,  come è noto, queste avranno effetto solo dal momento della sottoscrizione definitiva del contratto”.

Quale la pietra d’inciampo?

“Il principale ostacolo è stato il mancato accordo con le sigle sindacali. Cgil e Uil si erano espresse contrarie sin dall’inizio, ritenendo le risorse finanziarie insufficienti. Nursing Up, invece, aveva lasciato intendere di poter firmare o almeno così credevamo, ma all’ultimo minuto ha cambiato posizione, nonostante alcune delle sue richieste fossero già state accolte. Non è chiaro cosa sia successo. In ogni caso, la mancata firma ha impedito di portare a casa tutti i miglioramenti previsti”.

“Il tema delle risorse finanziarie è quello più rilevante e, allo stato delle cose, difficile da superare”

“Oltre la richiesta di risorse economiche aggiuntive – chiarisce Naddeo -, ci sono state altre richieste che non sono state accolte perché avrebbero comportato un impatto finanziario o organizzativo troppo elevato, come la riduzione dell’orario di lavoro da 36 a 34 ore settimanali con 2 ore dedicate alla formazione, oppure la possibilità di progressioni di carriera senza il titolo di studio previsto dalla normativa vigente. Certo il tema delle risorse finanziarie è quello più rilevante e, allo stato delle cose, difficile da superare. Considerato anche che nella legge di bilancio per il 2025 sono stanziate le risorse per il rinnovo della tornata contrattuale 2025-2027. A ciò si aggiunga che il 14 aprile si vota per le elezioni delle Rsu, quindi diventa quasi impossibile ipotizzare un ripensamento da parte di coloro che non vogliono firmare”. 

Quali sono le attuali prospettive per questi professionisti sanitari, che lavorano in condizioni già così difficili?

“Purtroppo, la mancata firma del contratto sanità significa che gli aumenti salariali restano bloccati. I lavoratori dovranno aspettare e, considerati i tempi della contrattazione pubblica, si rischia di andare oltre l’estate. Questo significa che gli aumenti salariali potrebbero concretizzarsi solo tra oltre un anno, dopo il passaggio tra gli organi di controllo e la sottoscrizione definitiva.  Dal punto di vista normativo, restano in sospeso molte delle tutele previste, come il patrocinio legale gratuito per chi subisce aggressioni e l’esonero dai turni per gli over 60. Tutto questo in un settore che già oggi è in forte difficoltà, con un personale sottoposto a turni massacranti e a un clima di crescente tensione negli ospedali”.

“Una buona parte delle condizioni di lavoro dipende anche dalle Regioni, dalle singole organizzazioni datoriali e dal numero di personale disponibile”

“Un altro rischio è l’effetto a catena sugli altri rinnovi contrattuali, come quello della Dirigenza Medica e Sanitaria, che solitamente viene affrontato dopo la chiusura del comparto. Se non si sblocca questa trattativa, potrebbe slittare anche la contrattazione per i dirigenti. In ogni caso, il miglioramento delle condizioni lavorative dei professionisti sanitari non può essere demandato esclusivamente alla contrattazione. Una buona parte delle condizioni di lavoro dipende anche dalle Regioni, dalle singole organizzazioni datoriali e dal numero di personale disponibile. Del resto, solo poco più di due anni fa, abbiamo sottoscritto il Ccnl 2019-2021 con tutte le organizzazioni sindacali. Questa era l’occasione per dare continuità alla contrattazione e avviare anche il rinnovo 2025-2027, portando avanti tre contratti in circa quattro anni, con un incremento medio complessivo pari a euro 530,68. In passato per fare tre contratti ci volevano almeno 9 anni”.

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