Una guida aggiornata per gestire con rispetto e professionalità l’incontro con il paziente transessuale
Nel mese dell’orgoglio Lgbt, l’Aies (Accademia italiana di emergenza sanitaria) ha scelto di accendere i riflettori su un tema imprescindibile: il diritto universale alla cura e alla dignità, senza eccezioni né pregiudizi. Lo ha fatto pubblicando la monografia “Gestione relazionale del paziente transessuale in emergenza sanitaria: dalla parola al tocco”, che offre agli operatori dell’urgenza una guida aggiornata, scientificamente validata e operativa per affrontare con rispetto e professionalità l’incontro clinico con le persone transgender.
Romano: «Trasformare l’urgenza in un’occasione di equità, accoglienza e alleanza terapeutica»
Un incontro spesso segnato da vulnerabilità, timori relazionali e vissuti di discriminazione anche in ambito sanitario. «Non possiamo ignorare che, per molte persone transgender, il contatto con il sistema sanitario rappresenta ancora un momento critico – spiega Roberto Romano, presidente di Aies nell’introduzione -. Il misgendering, l’uso del “deadname”, il tocco non preceduto da spiegazioni, o lo sguardo disattento, possono trasformarsi in ferite invisibili che si sommano al quadro clinico, compromettendo l’efficacia dell’intervento. Per questo, ogni operatore ha il dovere, e il potere, di trasformare l’urgenza in un’occasione di equità, accoglienza e alleanza terapeutica».
Incontro clinico con le persone transgender, riconoscere la persona oltre il sintomo
Aies ribadisce che la competenza sanitaria non si misura solo nella correttezza tecnica, ma anche, e soprattutto, nella capacità di riconoscere la persona oltre il sintomo, nel rispetto autentico della sua identità e della sua esperienza. «Tutti hanno diritto alla cura e a un’interazione sanitaria che riconosca e valorizzi la loro identità – prosegue Romano -. Ma vogliamo dirlo con maggiore precisione: ogni persona ha diritto a ricevere cure efficaci e un approccio comunicativo consapevole, coerente e rispettoso della propria identità vissuta, indipendentemente da genere, orientamento o storia personale».
«Una bussola etica per chi ogni giorno incarna il volto concreto della sanità pubblica»
Non solo quindi, un documento tecnico: «È un atto di responsabilità culturale, una tappa del nostro cammino verso una medicina dell’emergenza che sia insieme scientifica e umana. La pubblichiamo con orgoglio proprio in questo periodo, come segno tangibile della nostra adesione ai valori dell’inclusività, del rispetto, della giustizia sociale. Che questa monografia diventi uno strumento di lavoro quotidiano – conclude Romano -. Ma soprattutto, che sia una bussola etica per chi ogni giorno, nelle ambulanze, nei Pronto Soccorso, nelle centrali operative, incarna il volto concreto della sanità pubblica. Un volto capace di guardare ogni paziente per ciò che è: una persona, prima di tutto».
Qui è possibile leggere e scaricare la monografia