Ancora in ritardo i pagamenti per i docenti universitari afferenti al Ssn

Il botta e risposta tra Opi Firenze-Pistoia e Università degli Studi di Firenze

Opi Firenze-Pistoia torna a intervenire sulla questione dei pagamenti arretrati per i docenti universitari afferenti al Ssn. Non soddisfa del tutto David Nucci, presidente dell’Ordine delle professioni infermieristiche interprovinciale Firenze-Pistoia, la risposta dell’Università degli studi di Firenze alla lettera inviata lo scorso ottobre dall’Ordine per fare luce sullo stato dei pagamenti delle docenze universitarie del corpo docenti afferenti al Sistema Sanitario Nazionale, che risultavano indietro di cinque anni. Da quello che si evince dalla risposta inviata dall’Università degli Studi di Firenze, che si è impegnata a saldare i compensi per gli anni accademici 2021/22, 2022/23 e 2023/24, sembrerebbero restare comunque scoperti dal pagamento quattro anni accademici

«Dalla risposta ricevuta – commenta il presidente Nucci -, si evince che l’Ateneo Fiorentino ha saldato le docenze erogate dall’anno accademico 2013/14 all’anno accademico 2016/17 con i fondi di spettanza assegnati sulla base della delibera DRG 503/2013. È stato chiarito anche che il 24 ottobre scorso, con DGR 1195, è stato approvato il testo dell’accordo in attuazione del protocollo d’intesa di cui alla DGR 1519 del 27/12/2017, ponendo fine a un periodo di vacanza sul tema del supporto regionale all’erogazione dei corsi di studio in parola (CdL in Infermieristica). Considerato che nella missiva l’Università degli Studi di Firenze si impegna, in base a tale accordo, a saldare gli a.a. 2021/22, 2022/23 e 2023/24 sembra di intuire che non sono ricompresi gli anni accademici 2017/18, 2018/19, 2019/20, 2020/21».

«Per questo – ribadisce Nucci – si richiede, in merito a questi quattro anni accademici, un intervento urgente a sostegno dei professionisti che con competenza e dedizione hanno sempre assicurato il regolare andamento dei Corsi di Laurea di codesto spettabile Ateneo. L’attività di docenza in ambito universitario richiede un rilevante impegno a ogni professionista, quindi anche all’infermiere, rispetto a studio, revisione della letteratura, preparazione delle lezioni, laboratori, colloqui con gli studenti, correzione delle prove di apprendimento/elaborati, partecipazione agli esami di profitto al fine di mantenere elevati standard qualitativi. Pertanto, siamo nuovamente a richiedere con urgenza, in collaborazione con tutte le istituzioni, di provvedere a sanare questa situazione incresciosa che si è venuta a creare».

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