Aggressioni al personale sanitario: gli infermieri le prime vittime

Ecco i dati elaborati dall’Osservatorio della Regione Toscana

1769 aggressioni verbali, 478 fisiche e 109 contro la proprietà. In totale sono 2356 casi nel 2023 di aggressioni al personale sanitario. Continuano a essere un fenomeno ancora troppo diffuso. A confermarlo i dati dell’Osservatorio della Regione Toscana sulle aggressioni al personale sanitario, istituito a fine 2018. Numeri che sono stati resi noti in occasione della giornata nazionale contro la violenza nei confronti degli operatori sanitari e socio-sanitari, che ricorre oggi, 12 marzo. 

E le vittime maggiori delle violenze sono gli infermieri, con percentuali che variano da azienda ad azienda ma che oscillano tra il 42,86% e il 74,36%. Le aggressioni registrate avvengono per lo più da parte dei pazienti, ma anche di parenti o conoscenti che assistono un caro.

«Purtroppo siamo diventati un bersaglio – dichiara David Nucci, presidente dell’Ordine delle Professioni Infermieristiche Interprovinciale di Firenze e Pistoia -. Ci associamo dunque al “grido di aiuto” proveniente da altre regioni come, ad esempio, il Veneto o la Campania, dove si è per fortuna passati ai fatti: sono state chieste e attivate linee di intervento, intensificati i controlli negli ospedali, in sinergia con la polizia. In caso contrario, oltre al pericolo concreto di non riuscire a fare il nostro lavoro in sicurezza, si rischia di demotivare e avvilire una categoria intera di lavoratori che è quotidianamente sul campo, al servizio della salute pubblica».

«Si tratta di un fenomeno a cui prestiamo grande attenzione – sottolinea l’assessore regionale al diritto alla salute, Simone Bezzini –. La Regione si è mobilitata da tempo per promuovere maggiori ed omogenei livelli di sicurezza nelle strutture sanitarie. Il tutto per migliorare i livelli di sicurezza del personale, per gestire ogni singolo episodio segnalato e monitorare l’andamento degli eventi. Bisogna costruire una cultura del rispetto per chi, attraverso il proprio lavoro, dà concretezza al diritto alla salute. Dobbiamo insistere sulla collaborazione tra istituzioni per mettere in campo strategie comuni per intensificare l’impegno per dare una risposta definitiva a questo fenomeno».

Aggressioni al personale sanitario: le azioni a contrasto

Proprio per questo la Regione Toscana ha recentemente messo in campo un progetto che prevede azioni di informazione e comunicazione rivolte alla cittadinanza. Il fine è spiegare come funziona una struttura sanitaria e promuovere uno spirito positivo nei confronti degli operatori. Ugualmente il progetto prevede anche azioni di formazione e informazione rivolte agli operatori sanitari e sociosanitari. Oltre che la dotazione di strumenti per aumentare il grado di tutela del personale. Gli edifici saranno dotati di nuove e ulteriori telecamere di videosorveglianza a circuito chiuso sia all’interno che all’esterno. Saranno istallati pulsanti di allarme o emergenza collegati a sale di controllo, dispostivi per controllare gli accessi a edifici e locali attraverso badge, acquistati e sperimentati dispositivi di emergenza indossabili, con possibilità di chiamata con localizzazione Gps. Complessivamente si tratta di un investimento da due milioni e 100 mila euro in due anni. Una cifra equamente distribuita tra le aziende sanitarie e ospedaliero-universitarie toscane per il 2024 e 2025.

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