Beligni (OPI Fi-Pt): «un esempio da seguire anche in Toscana. Non trascuriamo la necessità di definire e implementare il management in infermieristica»
Dall’Emilia Romagna arriva una proposta importante per la professione infermieristica che potrebbe tracciare la strada anche per la Toscana. La Giunta Regionale dell’Emilia Romagna, con delibera 1202 ha infatti presentato all’Assemblea Legislativa una proposta di legge per istituire una Direzione assistenziale. Il progetto si propone di completare la Direzione strategica aziendale del SSR con la figura del Direttore assistenziale, nominato fiduciariamente dal Direttore Generale. Una figura che sarà chiamata a garantire il governo delle professioni assistenziali nelle Aziende sanitarie locali, partecipando alla definizione delle strategie.
Beligni: «sarebbe un errore sottovalutare la necessità di definire e implementare il management in infermieristica. Con uno scenario sanitario in continuo cambiamento è necessario adeguare l’organizzazione»
«Quello che sta accadendo in Emilia Romagna potrebbe portare a fare dei passi avanti anche in Toscana in ambito di management della sanità – spiega Cinzia Beligni, segretaria di Opi Firenze Pistoia –. Qui abbiamo già, limitatamente alla Asl Toscana Centro, un dipartimento di infermieristica, ma sarebbe un errore sottovalutare la necessità di definire e implementare il management in infermieristica. Davanti a uno scenario sanitario in continuo cambiamento è necessario adeguare l’organizzazione, rendendola più efficiente. Ma anche valorizzare le competenze professionali, salvaguardandone l’autonomia».
In Emilia si prospetta l’introduzione di un ruolo di vertice con l’incarico di partecipare alla definizione delle strategie aziendali, consentendo una maggiore integrazione di diverse figure professionali
La proposta formalizzata dalla Giunta emiliana arriva a seguito di un’analisi che, in relazione all’emergenza sanitaria, individua come ‘superata’ una visione in cui la funzione di direzione del personale assistenziale e tecnico-sanitario nell’ambito dell’attività direttiva sia prettamente tecnica e affidata alla Direzione Infermieristica e Tecnica. Quello che si prospetta è l’introduzione di un ruolo di vertice che la Direzione generale delle Aziende sanitarie dell’Emilia-Romagna potrà nominare con l’incarico di partecipare alla definizione delle strategie aziendali, consentendo una maggiore integrazione di diverse figure professionali tra cui infermieri, ostetrici, tecnici della riabilitazione e della prevenzione valorizzandone le singole competenze.
La proposta arriva in risposta alla necessità di consolidare un modello organizzativo che consenta al Direttore assistenziale di partecipare alla definizione della policy aziendale
L’istituzione di una Direzione assistenziale, si legge nell’Allegato 1 della Delibera, risponde essenzialmente alla necessità di consolidare un modello organizzativo che, fra l’altro, consenta al Direttore assistenziale di partecipare alla definizione della policy aziendale (con particolare riferimento alla valorizzazione delle professioni afferenti alla Direzione) e al processo di pianificazione strategica, collaborando in stretta sinergia con il Direttore Sanitario nella ricerca degli assetti organizzativi più adeguati alla evoluzione dei bisogni della popolazione, anche attraverso l’individuazione di modelli organizzativi innovativi ad elevata autonomia tecnico-gestionale.
Il Direttore assistenziale potrà promuovere e adottare processi integrati di assistenza, volti al miglioramento della qualità dei servizi e alla gestione ottimale delle risorse a disposizione
Il Direttore assistenziale potrà inoltre agire in coerenza con le strategie complessive aziendali, secondo una logica di forte integrazione professionale e flessibilità organizzativa, con la creazione di sinergie e relazioni tese alla garanzia e all’ottimizzazione di prestazioni, servizi, percorsi diagnostici terapeutici e assistenziali. Infine, potrà promuovere e adottare processi integrati di assistenza, volti al miglioramento della qualità dei servizi e alla appropriatezza clinico-organizzativa, alla partecipazione attiva alla progettazione e implementazione dei percorsi clinico-assistenziali, alle politiche di controllo dei costi e di gestione ottimale delle risorse a disposizione.