Le 13 Medicine Interne dell’Asl Toscana Centro nel confronto annuale: 33.000 i pazienti ricoverati

Sempre più frequente la gestione ad alta intensità assistenziale  

Progetti in corso, ma proiettati sul futuro e dove l’internista è in prima linea nella gestione dei pazienti sempre più complessi e polipatologici per cui saranno necessarie strategie differenziate. E’ quanto è stato condiviso in occasione della VI Giornata della Medicina Interna, l’annuale incontro delle 13 Medicine Interne della ASL Toscana Centro. L’iniziativa si è tenuta nei giorni a Pistoia, all’ospedale San Jacopo.

“Sono stati più di 33.000 i pazienti ricoverati nei reparti internistici in un anno, principalmente con instabilità clinica rilevante e patologie quali l’insufficienza respiratoria, l’ edema polmonare acuto, lo scompenso cardiaco, la sepsi, le polmoniti, l’ictus cerebrale per molti dei quali si sono applicati programmi di cura di alta intensità, – ha evidenziato la dottoressa Grazia Panigada, direttore dell’Area di Medicina.

Permettono una migliore gestione clinica i setting di 2 A(Alta Intensità), diffusi in tutti gli ospedali: sono forniti di sistemi di monitoraggio (telemetrie), dispongono di ecografi e ventilatori per la ventilazione non invasiva.

“Ma ciò che è più importante – ha proseguito Panigada- si sono sviluppate competenze in termini di PDTA – percorsi diagnostici, terapeutici assistenziali, specifici per le patologie più rilevanti, atte a utilizzare al meglio la strumentazione presente ed anche comprensive di manovre invasive, posizionamento di device, gestione di farmaci vasoattivi. Le esperienze in corso nelle patologie più frequenti sono state condivise: dalla gestione in alta intensità della sepsi, dell’insufficienza respiratoria allo stroke”.

In questo anno la Medicina Interna ha anche potenziato rapporti con il territorio attraverso l’incremento delle attività di Day Service che da San Marcello a Figline Valdarno passando per Pescia, Pistoia, Empoli, Prato, Borgo San Lorenzo e Firenze forniscono strategie di presa in carico per un numero sempre crescente di pazienti che possono essere gestiti senza necessità di ricovero, inviati dai loro MMG, ma anche dal Pronto Soccorso e dai Reparti ottimizzando così le risorse ospedaliere. In questo contesto anche molte attività specialistiche.

In questo anno anche gli internisti hanno partecipato alle attività del GIROT(Gruppo di intervento rapido ospedale territorio) insieme ai geriatri, per curare a domicilio i pazienti anziani complessi evitando il ricovero ma fornendo cure intensive nelle mura domestiche ottenendo risultati molto incoraggianti.

Infine attualmente la Medicina Interna fornisce un valido aiuto alle criticità del dipartimento d’emergenza attraverso la presa in carico precoce dei pazienti internistici del DEA nell’Area Medica di Ammissione (AMA) contribuendo a ridurre il sovraffollamento del PS e iniziando prima il percorso dei pazienti che possono anche non essere ricoverati ed avviati ad altre modalità gestionali.

“Nel futuro -ha concluso il dottor Giancarlo Landini– direttore di Dipartimento delle specialistiche Mediche- sempre più la Medicina Interna dovrà attivarsi verso l’alta intensità e le aree sub intensive; ma anche verso il territorio dal Day service territoriale al GIROT, utilizzando sempre di più le metodiche di televisita, telemonitoraggio , teleconsulto. Non potrà fare a meno di aprirsi anche verso la porta dell’ospedale codificando sempre meglio il ruolo e le caratteristiche dell’Area Medica di Ammissione”.

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