Il punto di vista dell’Ordine delle professioni infermieristiche interprovinciale di Firenze e Pistoia sulla proposta della Fiaso
«Basta precariato, l’attuale situazione penalizza l’intero sistema sanitario prima ancora che gli infermieri». Opi Firenze-Pistoia condivide il punto di vista della Fiaso (Federazione italiana aziende sanitarie e ospedaliere) espresso nel documento “Superamento del precariato nelle aziende sanitarie per i professionisti della fase di emergenza Covid”. La proposta fa riferimento al D.L. n.18/2020 (all’articolo 2-bis comma 2). Il decreto, in piena pandemia, aveva introdotto la possibilità di conferire incarichi semestrali, rinnovabili, a personale sanitario, sociosanitario, medici specializzandi e laureati in medicina e chirurgia. Questo ha permesso di poter affrontare un’emergenza senza precedenti, ma ha causato un aumento dei lavoratori precari.
Il reclutamento in fase di emergenza
In un passaggio del testo si spiega: “La fase di emergenza sanitaria ha portato il settore sanitario ad essere speciale destinatario di normative che permettessero di selezionare il più tempestivamente possibile personale per fronteggiare la pandemia. In particolare, il D.L. n.18/2020 (all’articolo 2-bis comma 2) prevedeva la possibilità di procedere al reclutamento del personale delle professioni sanitarie e degli operatori sociosanitari, nonché di medici specializzandi, iscritti all’ultimo e al penultimo anno di corso delle scuole di specializzazione o anche ai laureati in medicina e chirurgia, abilitati all’esercizio della professione medica e iscritti agli ordini professionali, conferendo incarichi di lavoro autonomo, anche di collaborazione coordinata e continuativa, di durata non superiore a sei mesi, prorogabili in ragione del perdurare dello stato di emergenza”.
Sono 66mila i precari reclutati durante l’emergenza Covid
“Questa fase di reclutamento eccezionale – prosegue la nota -, con forme contrattuali e procedure flessibili, ha determinato un consistente incremento del numero dei precari che lavorano nel SSN. Personale che, nell’ultimo anno e mezzo, ha affrontato, con dedizione e merito, le fasi più drammatiche dell’emergenza pandemica”. Tra marzo 2020 e aprile 2021 risultano essere stati reclutati 83.180 operatori. Il personale sanitario assunto a tempo determinato consiste di 66.029 professionisti, di cui 23.233 infermieri. Personale precario di epoca Covid che rappresenta una quota consistente della forza lavoro ora in servizio nel SSN. «Per questi motivi – dicono da Opi Firenze-Pistoia – il nostro Ordine appoggia la proposta di modifica normativa all’Articolo 20 Dlgs 75/2017 portata avanti da Fiaso in una delle opzioni proposte».
Le proposte della Fiaso per superare il precariato
Sono due le proposte lanciate dalla Fiaso per la modifica normativa all’Articolo 20 Dlgs 75/2017 che prevedono l’assunzione a tempo indeterminato di personale assunto a tempo determinato in emergenza Covid. La prima per coloro che abbiano maturato al 31 dicembre 2022 almeno 12 mesi di servizio continuativo nelle aziende sanitarie; la seconda, che allunga al 31 dicembre 2024 i requisiti per la stabilizzazione introdotti dalla Legge Madia, per coloro che abbiano maturato, al 31 dicembre 2024 almeno 36 mesi di servizio. L’obbiettivo è non solo riconoscere il valore dei professionisti che hanno contribuito a far fronte alla crisi sanitaria ma anche anticipare il fabbisogno assunzionale del SSN per mettere in sicurezza il sistema.