Premio Accademia Medica Pistoiese: Giulia Verreschi e l’idea di un protocollo per il trattamento della sindrome di astinenza neonatale

Con un questionario a cui hanno risposto 415 infermieri da tutta Italia, è stato possibile capire meglio quali fossero le conoscenze e le lacune in tema di Sindrome di Astinenza Neonatale

Uno studio di respiro nazionale per fare il punto sulle conoscenze, in ambito infermieristico sul trattamento dei neonati a rischio di sviluppare una sindrome da astinenza da sostanze stupefacenti o psicotrope. Con lo studio “La sindrome di astinenza neonatale: introduzione del protocollo “neonato in-dipendente”, Giulia Verreschi infermiera di 24 anni nel reparto di Medicina all’Ospedale SS Cosma e Damiano di Pescia (PT), ha vinto il premio dell’Accademia Medica Pistoiese Filippo Pacini. Con lei sono stati premiati Simone Biti con lo studio “Approccio al paziente con difficoltà respiratoria acuta e cronica in emergenza Covid-19” e Alice Priami con “Disposizioni anticipate di trattamento e donazione di organi: indagine conoscitiva su 211 professionisti”.

L’idea dello studio nata dall’esperienza sul campo

«Sono onorata di aver ricevuto questo premio perché è frutto di uno studio difficile, relativo a un argomento che mi sta particolarmente a cuore – spiega Giulia Verreschi –. Ho fatto il tirocinio in patologia neonatale e il primo bambino che ho incontrato era proprio un bimbo con la Sindrome di Astinenza Neonatale. Un caso che mi ha coinvolto molto e che ho voluto approfondire, chiedendo di rimanere nel reparto e allungando il mio periodo di tirocinio, proprio per conoscere meglio la patologia e seguire il bimbo. Da qui è nata l’idea della tesi, che speravo arrivasse a qualcuno: vincere questo premio significa che questo lavoro è servito e che a qualcuno è arrivato, quindi ne sono particolarmente felice. Voglio ringraziare per il loro sostegno Marco Alaimo e Arianna Dilaghi, che sono stato il mio punto di riferimento».

Attraverso un questionario anonimo a cui hanno risposto 415 infermieri da tutta Italia, è stato possibile capire meglio quali fossero le conoscenze e le lacune, a livello infermieristico, in tema di Sindrome di Astinenza Neonatale, evidenziando alcune criticità relative alla gestione e all’assistenza al neonato e alla madre coinvolti in un disturbo da uso di sostanze. Le conclusioni dell’indagine, di cui pubblichiamo di seguito l’abstract, hanno evidenziato la necessità di ampliare le conoscenze infermieristiche sul tema: da qui la proposta di mettere a punto un protocollo ad hoc.

 

LA SINDROME DI ASTINENZA NEONATALE: INTRODUZIONE DEL PROTOCOLLO “NEONATO IN-DIPENDENTE”

Candidato: Giulia Verreschi; relatore: Dott. Marco Alaimo; correlatore: Dott.ssa Arianna Dilaghi

Razionale dello Studio

Lo studio si propone di analizzare le conoscenze in ambito infermieristico in merito alla precoce identificazione e al trattamento dei neonati a rischio di sviluppare una Sindrome da Astinenza Neonatale (San) da sostanze stupefacenti o psicotrope, in modo da poter garantire un’assistenza globale e una gestione clinica ottimale. Sono state analizzate le conoscenze riguardo la SAN in modo da poter individuare sia i punti di forza che le criticità attualmente esistenti.

Materiali e metodi

Ricerca di tipo osservazionale analitica. Lo studio si è basato su una popolazione campione composta da 415 infermieri appartenenti a tutto il territorio nazionale. La ricerca si è svolta utilizzando il software della suite di Google, ideando un questionario anonimo inerente alla SAN, alla sua clinica, diagnosi, trattamento e gestione assistenziale. Le singole risposte sono state analizzate con il foglio di calcolo Excel, formando 21 grafici esplicativi rispettivi per ogni domanda del questionario.

Analisi e discussione dei principali risultati di interesse infermieristico

Dall’analisi dei dati estrapolati emerge come la Sindrome di Astinenza Neonatale sia una patologia ancora poco conosciuta a livello infermieristico. Questo limita la possibilità di porre un sospetto clinico e una diagnosi precoce che permetta un trattamento tempestivo ed efficace del bambino, oltre che una presa in carico multidisciplinare della madre.

Infatti, le statistiche relative alle conoscenze di base risultano essere piuttosto preoccupanti, considerato che il 15% degli intervistati afferma di non essere a conoscenza della sindrome. Il 27% di non sapere quali siano le sostanze d’abuso che possono scatenare la SAN in un neonato. Il 37% degli infermieri intervistati non conosce una scala di valutazione per l’astinenza neonatale da oppioidi. Circa il 45% afferma di non sapere né quali siano gli strumenti per effettuare una diagnosi, né quale sia il trattamento farmacologico e/o di supporto.

Sebbene il 50% degli intervistati affermi di essersi trovato in una situazione di sospetto di abuso di sostanze, il 5% di loro riferisce anche che nell’occasione non sia stato fatto alcun esame per chiarire la condizione. Infine, l’80% degli intervistati crede che non ci sia né un’adeguata formazione in merito ai protocolli di gestione, né una buona organizzazione multidisciplinare per un’assistenza ottimale al neonato. Sulla base di questi dati, si sottolinea l’importanza della figura infermieristica per mantenere la continuità assistenziale durante e dopo la degenza.

Conclusioni

L’indagine ha confermato il sospetto che esistessero delle carenze nelle conoscenze specifiche in questo ambito, evidenziando alcune criticità inerenti la gestione e l’assistenza al neonato e alla madre coinvolti in un disturbo da uso di sostanze. Ne emerge la necessità di ampliare le conoscenze infermieristiche e le possibili conseguenze neonatali, in particolare la SAN. Alla luce di questa consapevolezza è nata l’idea di creare una proposta di protocollo che potrebbe semplificarne l’identificazione, l’assistenza, la gestione e il follow-up.

 

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