«Nessuno ha mai pensato che quel fantoccio volesse rappresentare un infermiere»
«Nessuno aveva la benché minima volontà di offendere la categoria degli infermieri, una figura professionale che oggi ancor più di sempre è universalmente apprezzata e amata». Così il Michele Pierguidi presidente del Quartiere 2, commenta quanto accaduto alla Festa della Rificolona di Ponte a Mensola su cui si è espresso anche il presidente di Opi Firenze Pistoia Danilo Massai. «La figura rappresentata nel fantoccio ovviamente non era un infermiere o un medico, ma l’immagine stessa del virus e delle conseguenze della pandemia che ci troviamo ogni giorno ad affrontare – prosegue -. Da oltre 50 anni a Ponte a Mensola viene festeggiata la rificolona e alla fine della serata viene bruciato il fantoccio. Così è stato anche quest’anno, e il fantoccio rappresentava proprio quello “scafandro” che anche i più piccoli hanno purtroppo imparato a conoscere».
«Così come i bambini di Ponte a Mensola, sono convinto che per primi gli infermieri, insieme ai medici e a tutto il personale che opera nella sanità, vorrebbero bruciare quella tuta che sono costretti ad indossare ogni giorno con grande disagio per proteggersi dal virus – prosegue Pierguidi -. Se chi ha approfittato di questo episodio per fare una polemica politica, inutile e strumentale parlasse davvero con gli infermieri e con chi la tuta è costretto a indossare, avrebbe avuto conferma di quanto affermo. I bambini volevano bruciare la pandemia, nella sua sostanza e nelle forme che hanno dovuto imparare a conoscere. Se questo non è stato immediatamente capito da tutti, se il messaggio non è stato sufficientemente chiaro da essere inequivocabile, ce ne scusiamo. Ma nessuno ha mai pensato che quel fantoccio volesse rappresentare un infermiere».