La novità permette la diagnosi differenziale attraverso un unico prelievo e un’unica analisi
Rilevare contemporaneamente e rapidamente la presenza del Coronavirus e dell’Rsv, il virus respiratorio sinciziale responsabile dell’epidemia di bronchioliti che sta colpendo tanti piccolissimi. Da oggi è possibile grazie a un tampone molecolare unico. La novità è stata messa a punto dal team del Laboratorio di Immunologia del Meyer, guidato dalla professoressa Chiara Azzari: per la prima volta, in Italia, è possibile fare diagnosi differenziale attraverso un unico prelievo e un’unica analisi.
«Abbiamo fatto tesoro della lezione che ci è stata impartita dalla pandemia – spiega la professoressa Azzari – e abbiamo imparato quanto sia importante avere dalla propria parte il fattore tempo: riuscire a scoprire immediatamente i casi positivi con il tampone effettuato all’ingresso in ospedale ci permette di organizzarci al meglio e di proteggere i bambini che non hanno contratto l’infezione».
Non è la prima volta che i ricercatori guidati dalla professoressa Azzari si mettono al lavoro per proteggere il Meyer. In piena pandemia, il Laboratorio ha ideato Uffa, un kit che permette di effettuare un autotampone nasale: attraverso questo sistema, tutti gli operatori hanno potuto monitorare costantemente la loro negatività al virus, mantenendo al sicuro i bambini ricoverati.
«Ecco cos’è l’eccellenza toscana, è capacità di innovazione e tensione continua verso la tutela della salute. E riempie di orgoglio che questo nuovo straordinario risultato della nostra sanità sia a beneficio dei più piccoli». Il presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani, commenta così la notizia del tampone unico per scovare Coronavirus e virus respiratorio sinciziale messo a punto dal team del Laboratorio di immunologia dell’ospedale pediatrico Meyer di Firenze
“Ancora una volta – dice l’assessore al diritto alla salute Simone Bezzini – emerge la grande propensione del nostro servizio sanitario ad adattarsi alle necessità che di giorno in giorno emergono, spesso sconosciute fino a poco tempo prima, di fronte alle quali è necessario rispondere con tempestività, flessibilità e creatività, anche innovando i processi in corso d’opera. È una delle grandi lezioni impartite dalla pandemia, di fronte alla quale il nostro sistema sanitario, grazie a tutti i suoi professionisti, ha dimostrato una straordinaria capacità di reazione e resilienza».
Cosa sappiamo del virus sinciziale
Il virus respiratorio sinciziale è molto aggressivo nei bambini più piccoli, soprattutto sotto l’anno di età. Tutti i bambini ricoverati necessitano di un’assistenza respiratoria, che prevede l’utilizzo dell’ossigeno in alti flussi o il casco; nel 20% dei casi, i più gravi, è necessaria la terapia intensiva e il bambino deve essere intubato. Questo virus ha un andamento stagionale, collocato di solito tra dicembre e marzo. Quest’anno ha fatto la sua comparsa fin dal mese di ottobre, facendo registrare, in questo periodo, un boom di ingressi al Pronto soccorso e un aumento importante di ricoveri, anche intensivi. «Negli anni scorsi – spiega ancora la professoressa Azzari – avevamo 30-40 bambini ricoverati ogni mese. Quest’anno, solo in questa porzione del mese di novembre, ne abbiamo ricoverati 130, il che significa quattro volte in più rispetto alla media».
Alessandra Ricco