In occasione della ricorrenza dell’11 febbraio, una riflessione sul ruolo dei professionisti dell’assistenza sanitaria
Una giornata per focalizzare l’attenzione su chi soffre e oltre all’assistenza sanitaria ha bisogno di supporto umano. Ogni anno, l’11 febbraio, si celebra la Giornata Mondiale del Malato, istituita il 13 maggio del 1992 da Papa Giovanni Paolo II. Si tratta di una ricorrenza della Chiesa Cattolica Romana, diventata un’occasione trasversale per soffermarsi e unirsi idealmente nel sostenere tutte le persone che si trovano ad affrontare una malattia.
L’agire degli infermieri tra competenza e deontologia
Un sostegno che per gli infermieri rappresenta il fondamento dell’agire quotidiano, portato avanti al di là dell’orientamento religioso della persona che si trovano ad assistere, come ricordato anche nell’art.3 del Codice Deontologico degli infermieri: “L’Infermiere cura e si prende cura della persona assistita, nel rispetto della dignità, della libertà, dell’eguaglianza, delle sue scelte di vita e concezione di salute e benessere, senza alcuna distinzione sociale, di genere, di orientamento della sessualità, etnica, religiosa e culturale”.
Per gli infermieri la Giornata del Malato ricorre ogni giorno
Per gli infermieri, in un certo senso, la Giornata del Malato si celebra ogni giorno, svolgendo una professione con le sue implicazioni cliniche, la propria etica e deontologia, la necessità di formarsi e aggiornarsi per assistere al meglio gli altri nella fragilità della malattia. In ospedale, in RSA, sul territorio. Dove c’è bisogno di loro, gli infermieri ci sono, ogni giorno. E ci sono anche per ricordare, in questa giornata, la necessità di essere accanto ai malati, come professionisti competenti ma anche come persone.