Gli aspetti giuridici della professione infermieristica, il giurista Benci: «Sono cambiati i rapporti con i pazienti»

Una professione che cambia nel tempo adeguandosi e facendo sue le novità normative e deontologiche. Essere infermieri oggi vuol dire ricoprire un ruolo con maggiori responsabilità rispetto a venti anni fa. A dimostrarlo l’ottava edizione di “Aspetti giuridici della professione infermieristica” (McGraw Hill edizioni), il volume pubblicato per la prima volta nel 1995 dal giurista e membro del Consiglio Superiore di Sanità, Luca Benci. Un libro considerato dagli addetti ai lavori il punto di riferimento per la formazione universitaria e per l’aggiornamento professionale.

La legge sugli ordini professionali, la legge Gelli, la legge sul consenso informato e le disposizioni anticipate di trattamento, le nuove leggi sulla privacy e il nuovo codice deontologico delle professioni infermieristiche approvato dalla Fnopi ad aprile: sono tutte le novità contenute nel libro in uscita il 10 giugno. «Quando è stata pubblicata la prima edizione del libro – spiega Benci – la professione di infermiere era più semplice, più ausiliaria rispetto a quella del medico. Poi pian piano la formazione si è strutturata, ci sono stati i nuovi inquadramenti contrattuali, l’introduzione del testamento biologico e del consenso informato. Tutti aspetti che hanno modificato profondamente l’essere infermiere».

Oggi i casi di contenziosi giuridici più ricorrenti sono legati ai danni provocati al paziente durante le cure e le operazioni chirurgiche, a dimenticanze durante gli interventi (strumenti e garze lasciati all’interno dell’organismo, per esempio), alla perdita dei dati sensibili, al ricorso alla contenzione fisica. Contenziosi sempre più in aumento per una nuova consapevolezza del paziente a cui la normativa riconosce molti più diritti rispetto al passato. «Sono cambiati i rapporti tra chi svolge professioni sanitarie e pazienti – spiega Benci – oggi il paziente che si ritiene danneggiato, fisicamente e moralmente, chiede più soldi rispetto al passato perché sa di poterli ottenere. Il consenso informato, per esempio, ha introdotto una vera e propria rivoluzione in ambito sanitario anche se spesso viene banalizzato a una semplice firma da apporre su un modulo. E invece, la Corte di Cassazione ha stabilito che la mera mancanza del consenso informato anche se la cura e l’intervento chirurgico hanno un esito positivo, è un danno risarcibile perché viola l’autodeteminazione del paziente».

Un volume, che sulla base del nuovo codice deontologico, si adegua alla norme di antidiscriminazione per sesso, razza, condizione di stato che ogni infermiere deve applicare nella sua professione quotidiana con la consapevolezza che «chi conosce le cose, sbaglia meno» conclude Benci.

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