Indennità di specificità infermieri: l’appello della FNOPI

La Federazione ha inviato una lettera aperta ai parlamentari chiedendo che l’articolo 74 della legge di Bilancio sia sostenuto e rafforzato

Non si tocchi l’indennità di specificità degli infermieri”. È chiaro il messaggio della Fnopi che ha lanciato un appello perché non si facciano passi indietro sul tema dell’indennità di specificità infermieristica così come è scritta nella bozza della legge di Bilancio 2021, ora al vaglio dei parlamentari. Un riconoscimento che non ha niente a che spartire con la “parità di trattamento” ma vuole sancire l’unicità di un’attività che solo gli infermieri svolgono.

La richiesta della Fnopi è precisa: che l’articolo ora 74 della legge di Bilancio sia sostenuto nella sua architettura attuale e rafforzato. Per un riconoscimento “della singolarità, della formazione, della qualità e dell’abnegazione” di un’intera categoria di cui fanno parte oltre 450mila professionisti. E che durante la pandemia, ha visto morire 58 persone e oltre 30mila essere contagiate, per garantire l’assistenza continua.

L’indennità infermieristica rappresenta il riconoscimento di una professione

«Abbiamo analizzato gli emendamenti finora presentati in Parlamento. Alcuni sono pericolosi e irricevibili perché utilizzano l’indennità di specificità infermieristica come bancomat per tutte le professioni sanitarie. Snaturando così l’obiettivo della norma che è di riconoscere il valore e la specificità della professione infermieristica – si legge in una nota della Fnopi -. Ci appelliamo al ministro, al viceministro e alle forze parlamentari affinché si tenga la barra dritta con la scelta e il chiaro messaggio dati con la legge di Bilancio».

L’indennità infermieristica rappresenta il riconoscimento di una professione
Nessuno tocchi l’indennità di specificità infermieristica quindi, che non ha il significato di un riconoscimento economico su cui prendere le misure di tutte le categorie di operatori sanitari. Non è un “contratto da rinnovare”. È soprattutto il riconoscimento di una professione fino a oggi diluita nel Pubblico impiego. Una professionalità molto diversa da tutte le altre in ambito sanitario.

«Gli infermieri hanno dimostrato di saper mettere a rischio la propria salute e anche dare la vita per assistere le persone»

«Niente calcoli economici: l’assistenza alla persona fragile, specie in questi momenti, non si misura così. Gli infermieri sanno bene che il quantum dell’indennità dovrebbe essere più elevato, e anche su questo ci aspettiamo che i parlamentari lavorino di più per incrementarla – si legge ancora nella nota -. Ma sono anche i primi a ritenere che rappresenti davvero l’affermazione della specificità della professione infermieristica. E questo non solo a livello nazionale, ma in tutto il mondo, dove gli infermieri sono una professione a sé, parallela, con compiti evidentemente diversi ma complementari, a quella dei medici».

«Gli infermieri hanno dimostrato di saper mettere a rischio la propria salute e anche dare la vita per assistere le persone – affermano dalla Fnopi -. Lo fanno da sempre, ma durante la pandemia il loro ruolo è stato speciale. Hanno provato in ogni modo a garantire quanto più possibile l’umanizzazione dell’assistenza, preoccupandosi di organizzare ad esempio una video-chiamata ai familiari che non vedevano da giorni i propri cari. Sono sempre gli infermieri che hanno accompagnato sino all’ultimo i pazienti, tenendoli per mano e cercando di garantire, anche con un pesante scafandro, la necessaria vicinanza per una “dignità del fine vita”. Praticamente h24 vicino ai pazienti e alle loro necessità. Questo i cittadini lo sanno e lo hanno sempre testimoniato».

 

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