La Carta Etica delle professioni che operano a servizio delle persone

Il nucleo comunicazione della Commissione Etico-Deontologica dell’Ordine Professionale Infermieri di Firenze e Pistoia commenta la Carta Etica delle professioni che operano a servizio delle persone realizzata dalla Fondazione Emanuela Zancan. A comporre il nucleo della commissione di Opi Fi-Pt: Cristina Banchi, responsabile gestione sistemi qualità; Susanna Monzecchi, infermiera, direzione infermieristica, presidio Ospedaliero Santa Maria Nuova e Riccardo Pacini infermiere, assistenza infermieristica domiciliare. La Fondazione

Zancan è un centro di studio Onlus che opera da più di 50 anni nel settore delle politiche sociali, sanitarie, educative, dei sistemi di welfare e dei servizi alla persona. Coopera con studiosi ed esperti italiani e internazionali, enti statali, regionali, provinciali, con aziende sanitarie, comuni, e anche Università. La sua mission, dichiarata nell’articolo 2 dello Statuto, è quella di «contribuire alla ricerca scientifica di rilevante interesse sociale, con particolare riguardo all’area delle politiche sociali, dei servizi alla persona e delle professioni in essa operanti». I progetti di studio e ricerca della Fondazione sono trasversali, con approccio pluralistico ai problemi, adottano una concezione nazionale e internazionale con grande rispetto e attenzione all’etica, valore fondamentale e pilastro su cui poggia lo Statuto, insieme alla promozione del mutamento, della tutela della persona, l’integrazione dei valori e della cultura. Forte è anche il senso di solidarietà, partecipazione e umanizzazione dei servizi.

La carta redatta dalla Fondazione è suddivisa in 5 parti. La prima è la presentazione, nella cui introduzione si dichiara di «porsi l’obiettivo di superare le tradizionali divisioni tra professioni, generando principi etici comuni» e in cui l’etica viene definita come una bussola necessaria a guidare il sanitario in ogni caso di difficoltà. La seconda parte è dedicata alla Responsabilità nei confronti della persona, messa in atto mediante l’informazione oggettiva e completa così da permettere una scelta libera, la garanzia dell’accesso ai servizi soprattutto per i soggetti più deboli e l’utilizzo equo e giusto delle risorse. Viene vista come priorità lasciare intatto lo «spazio di vita», l’avanzamento dell’autonomia, l’approvazione del diritto a «mettere radici», basato sull’appartenenza umana nell’impegno continuo sulla riservatezza. La terza parte riguarda la Responsabilità nei confronti della propria professione per mezzo della continua formazione (vista come diritto e dovere del professionista operante) con la consapevolezza della «parzialità» di ogni professione e anche «dei rischi o dei danni che ne possono derivare». Soltanto per mezzo di una forte identità professionale, viene spiegato, si raggiunge l’integrazione fra le differenti discipline senza contaminarle. Nella quarta parte, dedicata alla Responsabilità nei confronti delle altre figure professionali, si parla di un principio di pari dignità fra professionisti che permette la condivisione dei risultati “utili al processo di aiuto nel rispetto del segreto professionale” permettendo di approfondire i valori etici condivisi dalle varie professioni discutendo e risolvendo i dilemmi. L’importanza principale è ancora una volta la persona, utente o cliente che sia. Nell’ultima parte si parla di Responsabilità nei confronti delle organizzazioni e delle istituzioni, che vengono realizzate nel possibile secondo le specifiche finalità. Il dovere istituzionale o organizzativo è riconoscere il profilo a cui appartiene esercitando la professione. «Il professionista – si legge – è attivo responsabile nel diffondere le norme etiche professionali, impegnandosi nella partecipazione critica e costruttiva alle finalità dell’istituzione e dell’organizzazione e alla gestione dei problemi» e in caso di problemi è richiamato al dialogo, potendo esprimere dissensi fino all’obiezione di coscienza se consentita.

I componenti della Commissione Etico- Deontologica dell’Ordine Professionale Infermieri di Firenze e Pistoia hanno analizzato in dettaglio anche i punti di debolezza e di forza di questa importante Carta, con l’obbiettivo di contribuire a un suo ulteriore miglioramento. Partendo dai primi, i concetti presentati (come per esempio persona, bene comune, ma anche gravità e complessità dei problemi) in alcuni casi non sono abbastanza approfonditi e spesso non sono definiti in modo esaustivo. Si parla poi di immagine e di identità verso la comunità ma non si definiscono i confini di questi termini, facendo emergere dubbi. La parte sul segreto professionale che viene trattato in una sola delle sue accezioni è poi trattata in modo molto sintetico, così come quella sulle responsabilità che derivano dal potere e dall’autorità.

I punti di forza, invece, riguardano l’etica della persona, il superamento di costrutti ideologici quali l’etnia e la religione. Anche il concetto di collaborazione fra professionisti, secondo la Commissione Etico Deontologica dell’Ordine Professionale Infermieri di Firenze e Pistoia, è giustamente messo in risalto nella Carta. Altresì apprezzata è “l’osmosi di saperi” data dalla comunicazione, la fiducia e la disponibilità nei confronti dei saperi, da parte dei professionisti dei differenti settori con la comunità. Meritevole di attenzione e pienamente condivisibile infine «l’obiettivo di creare dei principi universalmente condivisibili, quali l’equità e la giustizia, la riservatezza e l’evitare sofferenze inutili».

 

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