La mindfulness come supporto agli interventi di miglioramento della salute della persona

La mindfulness è una pratica complementare attraverso la quale ogni individuo può sviluppare una maggior consapevolezza di se stesso e dell’ambiente che lo circonda, prestando attenzione al momento presente. Essa ha origine da dottrine orientali di meditazione e si basa su esercizi di attenzione alla respirazione e alle sensazioni corporee. Negli ultimi decenni la Minfulness è stata sempre più impiegata nella presa in carico della persona malata. Essa può rappresentare infatti un valido supporto al percorso di cura fornendo nuove strategie di coping per il paziente e nuove modalità di gestione dello stress per l’infermiere.

La tematica proposta è stata trattata attraverso una revisione della letteratura, fornendo innanzitutto una definizione della mindfulness, illustrandone le principali caratteristiche e le tecniche. Sono stati presi poi in esame alcuni studi che ne hanno accertato gli effetti benefici per l’organismo. Le ricerche neurologiche e dell’attività elettroencefalografica, così come la diminuzione degli ormoni legati allo stress e l’aumento delle molecole associate al benessere, hanno contribuito a confermare l’efficacia di questa disciplina. Come confermato dagli studi presi in esame, l’infermiere dovrebbe conoscere le tecniche di mindfulness per impiegarle nella prevenzione dello stress lavorativo, della depressione e del burnout. Questa pratica risulta essere inoltre, efficace nel migliorare la gestione delle patologie croniche, del dolore e dello stress dovuto alla malattia. Per questo, come parte della presa in carico della persona, l’infermiere dovrebbe educare il paziente all’uso della mindfulness, fornendogli così un valido strumento di supporto alla cura. Questa pratica, quindi, contribuisce    non solo a mantenere lo stato di salute, ma prevenire anche gli stati di malessere in linea con i principi dell’assistenza infermieristica.

Oggi la mindfulness viene utilizzata in tutto il mondo per supportare ed integrare gli interventi di miglioramento dello stato di salute della persona assistita e può rappresentare una efficace ed economica risorsa per gestire al meglio lo stress lavorativo. Questa disciplina si basa sulla consapevolezza e l’attenzione al momento presente, concetti ripresi dalla dottrina buddista e considerati fondamentali per ridurre la sofferenza, attraverso il raggiungimento di un equilibrio mentale e psicologico. Il protocollo Mindfulness Based Stress Reduction (MBSR), ideato dal biologo molecolare americano Jon Kabat-Zinn è stato impiegato con successo nel supporto di varie patologie cliniche, fisiche e psicologiche. L’MBSR si basa sulla pratica costante e disciplinata, di una serie di esercizi che guidano la mente a rimanere concentrata sul presente, momento per momento, con un atteggiamento non giudicante. Un’ampia categoria di esercizi di focalizzazione dell’attenzione aiuta a selezionare una sensazione su cui concentrarsi, spesso legata alla respirazione. Le istruzioni stimolano il praticante a cogliere il momento in cui la mente comincia a vagare, riportando l’attenzione sulle sensazioni immediate. Un’altra tipologia di esercizi insegna invece ad osservare che cosa passa attraverso la coscienza, istante per istante. Ogni esercizio stimola infatti il praticante a potenziare la coscienza di Sé, definita come esperienza di integrità psicosomatica che permette di percepire l’unita tra corpo, emozioni e mente, creando il benessere psicofisico che è alla base di un buono stato di salute. È stato dimostrato che le tecniche di meditazione risvegliano la consapevolezza di Sé, producendo un processo di riorganizzazione della rete neuronale che è alla base dell’attività terapeutica.

Alcuni studi elettroencefalografici hanno permesso di misurare la sincronizzazione della rete neuronale prodotta dalla consapevolezza, attraverso la cosiddetta coerenza elettroencefalografica. Si è potuto così comprendere e quantificare la coscienza di sé in termini neurofisiologici: bassi livelli di coerenza corrispondono infatti a delle condizioni patologiche come le lesioni del sistema nervoso centrale, uno scarso flusso sanguigno, la schizofrenia, la depressione e l’invecchiamento. Al contrario alti livelli di coerenza sarebbero legati ad uno scambio ottimale di informazioni e ad un efficiente coordinamento funzionale delle regioni cerebrali. Oltre duemilacinquecento ricerche hanno dimostrato gli effetti della mindfulness sull’organismo, tra cui la diminuzione di ormoni dello stress come il cortisolo e l’adrenalina, un aumento delle endorfine, il miglioramento dell’efficienza del sistema immunitario ed infine un aumento dei livelli di serotonina e dopamina. Contemporaneamente si ha una riduzione delle citochine pro-infiammatorie, un miglioramento dell’attività cardiaca e la diminuzione della tensione muscolare e nervosa, mentre si abbassano i livelli di adrenalina e noradrenalina. Altre ricerche confermano i benefici della mindfulness nella gestione di diverse patologie. Nell’approccio alla cronicità ad esempio, la mindfulness può influenzare positivamente lo stile di vita, migliorando la condizione fisica e psicologica della persona. In uno studio sperimentale invece i pazienti che hanno ricevuto le sessioni di MBSR, hanno riscontrato una riduzione significativa della sensibilità al dolore e dell’ansia, con un aumento della presenza mentale, in soli tre giorni di pratica. Secondo alcuni studi anche il dolore cronico risulta meno intenso nei pazienti che hanno praticato la mindfulness, con un effetto che perdura fino a tre anni dopo il completamento del programma di meditazione.Un altro effetto significativo è stato riscontrato nella riduzione della sintomatologia dei pazienti con diagnosi di depressione, come dimostra una recente meta-analisi di trentanove studi.

L’infermiere è la figura più idonea a fornire alla persona supporti alla cura alternativi come la mindfulness, per prevenire l’insorgenza di nuove patologie, oltre che educare la persona a mantenere un buono stato di salute. Molti trial clinici randomizzati hanno dimostrato inoltre che, rispetto al gruppo di controllo, gli infermieri ed i medici che hanno partecipato a quattro o otto sessioni di MBSR, riportano livelli più bassi di stress, un minor numero di sintomi di burnout ed una maggiore soddisfazione nei confronti della vita, accompagnati dalla diminuzione degli errori terapeutici. L’attenzione al momento presente, la consapevolezza di sé ed un rinnovato senso di benessere, possono supportare l’infermiere nella gestione dello stress lavorativo fornendogli nuovi strumenti di coping. L’introduzione di corsi base di mindfulness all’interno del programma di formazione dei futuri professionisti potrebbe essere un intervento efficace per mantenere un buono stato di salute, fin dai primi anni di studio.

A cura di Maddalena Pacciani Giampiero Montanelli

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