L’infermiere Valente: «Motivazione sempre elevata e formazione continua»

Una forte propensione ad aiutare il prossimo e una grande passione per l’innovazione tecnologica. Sono i tratti distintivi di Fabio Valente, 39 anni dal 2007 infermiere nella terapia intensiva dell’Azienda Universitaria Careggi a Firenze. Lo abbiamo intervistato in occasione della Giornata internazionale dell’Infermiere in programma il 12 maggio.

Quando ha deciso che sarebbe diventato un infermiere?

«Non avevo le idee ben chiare e non sapevo esattamente cosa facesse un infermiere. Ma è stata proprio questa scatola chiusa a darmi gli stimoli necessari per comprendere che il mondo della sanità mi piaceva. Così ho deciso di virare verso questa professione per il suo aspetto tecnico e umanistico».

Quali sono le caratteristiche principali del suo ruolo?

«Si tratta di due livelli di percorso: uno di elevata specializzazione e un altro di elevata tecnologia in cui si compenetrano continuamente la gestione del paziente e la visione del futuro data dalle moderne tecnologie che si innovano continuamente. E’ un percorso molto stimolante e, personalmente visto anche il reparto in cui opero, la motivazione deve sempre essere elevatissima. L’impatto è molto forte e in questo caso la formazione riveste un ruolo davvero importante perché ti fornisce elevate conoscenze e ti permette di specializzarti».

Lavorare in un reparto di terapia intensiva richiede delle caratteristiche umane particolari?

«E’ un posto dove l’intensità di cura è molto elevata e necessita di una formazione continua per seguire i progressi continui della tecnologia e saper gestire pazienti con multiproblematiche. Io stesso, rispetto all’inizio della mia carriera noto un notevole cambiamento dei livelli assistenziali clini e dei protocolli».

Cosa direbbe ad un giovane che si affaccia oggi alla professione?

«Gli direi che si tratta di una professione a due livelli con una parte tecnico assistenziale molto stimolante per il contatto con il paziente e una gestionale/filosofica che la rende una professione umanistica perché fai del bene ad altri. E’ una professione sempre più autonoma, l’infermiere di oggi, rispetto al passato, è più responsabile delle proprie azioni e ogni suo gesto ha una ricaduta enorme sugli esiti della salute delle persone».

Open chat
Hai bisogno di informazioni?
Scan the code
Powered by weopera.it
Ciao
Come posso aiutarti?

Se non hai WhatsApp Web sul tuo PC, puoi scansionare il codice dal tuo Smartphone per metterti in contatto con noi.