Malattia renale, l’assistenza secondo medico e infermiere

In occasione della Giornata internazionale del rene, l’intervista a Alessandro Capitanini, direttore di nefrologia e dialisi all’ospedale Ospedale San Jacopo di Pistoia, e Moira Arcangeli, infermiera coordinatrice nello stesso ospedale

Ogni anno, il 14 marzo ricorre la “Giornata internazionale del rene”. Una giornata pensata per sensibilizzare la popolazione sul tema: le stime indicano che entro il 2040 la malattia renale cronica passerà ad essere la quinta causa di morte a livello globale. Ad oggi colpisce circa 850 milioni di persone in tutto il mondo, più di 4 milioni in Italia.

Medico infermiere, un binomio fondamentale nella malattia renale

Ruolo fondamentale nell’assistenza in questo campo lo hanno i medici e gli infermieri. Due figure che vanno di pari passo, l’una imprescindibile dall’altra. Non hanno dubbi su questo, Alessandro Capitanini, direttore di nefrologia e dialisi all’ospedale Ospedale San Jacopo di Pistoia, e Moira Arcangeli, infermiera coordinatrice nello stesso ospedale.

«È la base per la buona realizzazione del progetto. La dialisi è essenzialmente lavoro di equipe» hanno detto all’unisono. «Infermiere, oss e medico sono la combinazione fondamentale perché il paziente abbia un ritorno “organizzato” ai quesiti che pone e solo un buon clima interno può assicurare questo», spiega Arcangeli.

Il ruolo del nefrologo

«Il paziente con patologia renale rappresenta il prototipo di persona con necessità di gestione a 360 gradi di tutti gli aspetti della propria vita – spiega Capitanini -. Il nefrologo, quando si trova davanti al proprio paziente, ha necessità di studiare la patologia, di impostare e proporre un piano terapeutico e di verificare che questo piano terapeutico sia messo in pratica dal paziente stesso».

Di cosa hanno bisogno i pazienti con una malattia renale?

A fare la differenza nell’approccio del medico verso il paziente è senz’altro il tipo di patologia renale. Un contatto che viene costruito passo dopo passo. L’obiettivo è non far sentire il paziente un numero. La nefrologia renale avanzata rappresenta per il paziente anche la costruzione all’interno dell’ospedale di una nuova vita. «La qualità del servizio e l’amore con cui si pone un servizio rende la vita del paziente sopportabile e sostenibile», fa notare il dottor Capitanini.

Dello stesso avviso anche Arcangeli: «Il paziente che si trova ad affrontare il percorso della dialisi va incontro ad un grande cambiamento di vita che comprende la sfera familiare e sociale; l’accettazione della malattia è il primo scoglio. Arriva poi la scelta del trapianto che deve essere vissuto dal paziente come terapia e non risoluzione di ogni problema; è importante l’accompagnamento dell’equipe alla realizzazione di questa consapevolezza. Poi c’è l’eventualità del “fine vita”, la presa in carico del paziente e della famiglia in una scelta consapevole di interruzione delle cure dal paziente».

Alle parole di Arcangeli fa eco Capitanini secondo cui, soprattutto durante la dialisi, l’infermiere diventa un vero confidente e tutor. Una sorta di familiare acquisito.

Malattia renale, a Pistoia una vera eccellenza

Nel 2023 a Pistoia è stato inaugurato un nuovo ambulatorio infermieristico specializzato per i dializzati. Un progetto che ha preso vita da alcuni anni con il supporto della dottoressa Monica Chiti, dirigente delle professioni sanitarie gestione infermieristica di SOS. «Il monitoraggio dell’accesso vascolare – conclude Arcangeli -, sia che si tratti di FAV per dialisi che di CVC, è fondamentale per la buona riuscita del trattamento e elemento fondamentale per la sopravvivenza del paziente».

Open chat
Hai bisogno di informazioni?
Scan the code
Powered by weopera.it
Ciao
Come posso aiutarti?

Se non hai WhatsApp Web sul tuo PC, puoi scansionare il codice dal tuo Smartphone per metterti in contatto con noi.