Niente foto di minori sui social da parte dei genitori, prioritari decoro, onore e reputazione dei figli

L’inserimento di foto di minori sui social network costituisce comportamento potenzialmente pregiudizievole per i minori in quanto determina la diffusione delle immagini fra un numero indeterminato di persone, conosciute e non, le quali possono essere malintenzionate e avvicinarsi ai bambini dopo averli visti più volte in foto on-line. A stabilirlo una recente sentenza del Tribunale di Rieti del marzo 2019 secondo cui ‘il pregiudizio per il minore è insito nella diffusione della sua immagine sui social network, poiché non può andare sottaciuto l’ulteriore pericolo costituito dalla condotta di soggetti che “taggano” le foto on-line dei minori e, con procedimenti di fotomontaggio, ne traggono materiale pedopornografico da far circolare fra gli interessati, come ripetutamente evidenziato dagli organi di polizia’. La legge impone che il consenso necessario ai fini del trattamento dei dati personali del minore di 14 anni, e dunque anche per le immagini che possano identificarlo sia prestato dai soggetti esercenti la responsabilità genitoriale, in vece dei propri figli, concordemente fra loro e senza arrecare pregiudizio all’onore, al decoro e alla reputazione dell’immagine del minore. Peraltro la tutela della vita privata e dell’immagine dei minori ha trovato tradizionalmente cittadinanza, nel nostro ordinamento, anche nella Convenzione di New York del 1989, ratificata dall’Italia con legge il 27 maggio del 1991 quando stabilisce che ‘nessun fanciullo sarà oggetto di interferenze arbitrarie nella sua vita privata, nella sua famiglia, nel suo domicilio o nella sua corrispondenza e neppure di affronti illegali al suo onore e alla sua reputazione. Il fanciullo ha diritto alla protezione della legge contro tali interferenze o tali affronti’. Con l’abitudine, invece, sempre più diffusa e, talvolta, compulsiva di fotografare i momenti di vita dei bambini per postarli subito sui social non si consente loro di vivere quei momenti intensamente (e interiorizzarli) e li si induce a proiettarsi precocemente in un mondo virtuale e insidioso.

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