Riprende il confronto tra il ministero della salute e le regioni sul nuovo Patto per la salute, l’accordo finanziario e programmatico tra il Governo e le Regioni, che viene rinnovato ogni tre anni. Tra le conferme l’aumento da 3,5 miliardi del Fondo sanitario nazionale (Fsn) nel biennio 2020-2021 e anche l’abolizione del superticket sulle prestazioni. Niente clausola di salvaguardia finanziaria con l’introduzione di una maggiore flessibilità per i tetti di spesa per il personale. Sono questi alcuni dei contenuti delle 15 schede inviate dal ministero alle Regioni come base del nuovo accordo. Sul fronte della governance farmaceutica e dei dispositivi medici, l’intenzione è quello di proseguire sulla strada dei due documenti elaborati sotto la guida dell’ex ministro, Giulia Grillo. Previsto anche un capitolo dedicato alla ricerca e alla prevenzione, cosi come una parte sulla formazione dei medici specialisti, valorizzandone il ruolo all’interno delle strutture sanitarie regionali pubbliche facenti parte della rete formativa, con progressiva autonomia e responsabilità coerenti con il grado di conoscenze e competenze acquisito. Servono poi interventi sul patrimonio immobiliare e tecnologico del Servizio sanitario nazionale: secondo una ricognizione ministero-Regioni servirebbero interventi per un totale di 32 miliari di euro, a cui vanno aggiunti circa 1,5 miliardi di euro necessari per l’ammodernamento tecnologico delle attrezzature a disposizione dei servizi sanitari regionali. Spazio anche a una riorganizzazione dei servizi territoriali: attività di prevenzione e promozione della salute, percorsi di presa in carico della cronicità, in stretta correlazione con il Piano di governo delle liste di attesa e basati sulla medicina di iniziativa, un forte impulso dell’assistenza domiciliare, un investimento sull’assistenza semiresidenziale e residenziale per i soggetti non autosufficienti. Sul tavolo ci sarà anche una questione rimandata ormai da tanti anni: una riforma degli enti vigilati dal ministero della Salute, soprattutto Agenzia italiana del farmaco (Aifa), Istituto superiore di sanità (Iss) e Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali (Agenas). L’obiettivo sarebbe quello di superare la frammentazione normativa che si è stratificata nel corso degli anni e la potenziale duplicazione di funzioni e compiti tra soggetti in numerose aree di attività.