Pnrr, le opportunità da cogliere per la sanità pistoiese

Il punto con Fabio Pronti, dirigente infermieristico della SOS Valdinievole

 

Anche per la sanità, il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza rappresenta un’opportunità di sviluppo e di crescita. Una sfida che per la sanità pistoiese si gioca in particolare sul campo dei servizi socio sanitari territoriali dove grande attenzione è rivolta al modello dell’infermieristica di famiglia e comunità. Il punto insieme a Fabio Pronti, dirigente delle Professioni Sanitarie con incarico professionale di Gestione infermieristica per la SOS Valdinievole.

 

Dottor Pronti, in che modo il Piano nazionale di ripresa e resilienza può aiutare la sanità attuale?

«La pandemia ha dimostrato quanto sia necessario prendersi cura della salute psicofisica delle persone anziane, le più vulnerabili, anche rispetto alle conseguenze della solitudine e dell’esclusione sociale. Attualmente in Italia le persone con età superiore ai 65 anni sono il 23 per cento, dato destinato ad aumentare gradualmente nei prossimi anni. Inoltre, secondo le stime attuali, il numero di anziani non autosufficienti raddoppierà fino a quasi 5 milioni entro il 2030. Questi dati pongono una vera e propria sfida per i servizi di welfare e per l’assistenza sociosanitaria. Per le persone anziane non autosufficienti, il piano introduce diverse misure strettamente legate tra loro. In primo luogo in tema di rafforzamento dei servizi socio sanitari territoriali, per la prevenzione dell’istituzionalizzazione e il mantenimento, per quanto possibile, di una dimensione autonoma. Ma anche per il potenziamento dell’assistenza sanitaria, soprattutto radicata sul territorio. Questo impone una concentrazione maggiore da parte del servizio sanitario nell’offrire performance elevate vicine alle persone e alle famiglie: questo consentirà di abbattere in modo sostanziale i costi a beneficio della sostenibilità del sistema, grazie anche alla prevenzione delle ospedalizzazioni ripetute».

 

Ad oggi com’è bilanciato il rapporto tra richiesta e offerta sanitaria nella zona pistoiese?

«La rete dei servizi sanitari nella zona pistoiese è molto efficiente e ben integrata con tutti i servizi alla persona come ad esempio il sociale, il volontariato e un efficiente sistema di solidarietà presente in molti dei paesi che insistono sulla provincia. Un valore non di poco conto che va sicuramente mantenuto e gestito nei bisogni e nelle necessità. Pensiamo alla Valdinievole, dove i bisogni sanitari e assistenziali della popolazione sono esponenzialmente elevati e dove la risposta è assicurata sia a livello di rete ospedaliera che territoriale: proprio quella prossimità di cui necessita il cittadino».

 

A che punto è lo sviluppo dell’infermieristica di famiglia e comunità nella zona pistoiese e in particolare nell’area della Valdinievole?

«Nella zona della Valdinievole, con un grande investimento del Dipartimento Infermieristico e Ostetrico dell’ASL Toscana Centro, stiamo portando avanti l’implementazione del modello di infermieristica di famiglia e comunità in tutte le zone. Attualmente è presente solo in una delle aree (Comuni di Monsummano, Larciano, Lamporecchio) dove i risultati dell’efficienza di tale modello trovano apprezzamento da parte dei cittadini e riscontri di assistenza territoriale positivi, a partire dalla riduzione delle chiamate e degli accessi ai servizi di emergenza/urgenza. Riscontri notevoli si hanno anche sulla gestione dei pazienti: fornendo loro e alle famiglie informazioni sulla modalità di accesso ai vari percorsi di cura è possibile decidere il processo di cura con molta più sicurezza. Migliorate anche le singole prestazioni in termini di efficacia della cura, grazie alle consulenze fornite da infermieri esperti sulle specifiche situazioni».

 

Cosa si può fare per migliorare e implementare il servizio di infermieristica di famiglia e comunità, anche alla luce del Pnrr?

«Premesso quanto sopra in termini generali, si ambisce ovviamente a una copertura completa del modello in tutta la zona della Valdinevole puntando, oltre all’estensione della presenza infermieristica sulle 24 ore, su aspetti che vengono richiamati al Pnrr, ovvero presa in carico del bisogno globale, intercettazione precoce del bisogno (proprio per la vicinanza alla famiglia) ed equità. Altra necessità rilevata riguarda l’integrazione dei professionisti che operano nei settori della residenzialità per dar seguito, con propri spazi di competenza, a una continuità di assistenza necessaria per la presa in carico continuativa. Il Pnrr apre uno scenario che darà sicuramente una spinta positiva in un territorio, il nostro, ricco di opportunità per rafforzare servizi quali case della salute, telemedicina e alta integrazione tra territorio e ospedale e tra tutti i professionisti della salute».

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