Salute, diritto fondamentale. Un documento per difendere il servizio sanitario pubblico e il diritto alla salute

‘Salute diritto fondamentale’. E’ questo il nome dell’associazione delle ex ministre Livia Turco e Rosy Bindi nata per promuovere una mobilitazione ‘permanente’ a difesa del servizio sanitario pubblico e del diritto alla salute sancito dall’articolo 32 della Costituzione.  Con l’ex senatrice Nerina Dirindin e a rappresentanti di organizzazioni sindacali, società civile e associazioni scientifiche e professionali, le due ex ministre nei giorni scorsi hanno presentato un documento, in cui in 10 punti spiegano la necessità di riportare la salute al centro di tutte le politiche di welfare del Paese. «Un documento – hanno spiegato – per ripensare le politiche per la salute nel nostro Paese, per promuovere un’ampia e non occasionale mobilitazione, per riaffermare il ruolo del servizio sanitario nazionale e più in generale del welfare quali fattori di benessere, occupazione e crescita».

Il documento Livia Turco ha spiegato come il diritto alla Salute sia «un tema troppo importante nella vita delle persone, un tema troppo trascurato della politica e poi ci sono delle scelte del Governo, che sono sul tavolo, che ci preoccupano: per esempio il federalismo differenziato e la Flat Tax avranno ripercussioni sul Sistema sanitario nazionale. Bisogna avvisare gli italiani dei cambiamenti» e ha poi aggiunto «Siamo preoccupati dei servizi che mancano, della povertà che aumenta, della scarsità di accesso ai servizi. Siamo preoccupati che temi come la non-autosufficienza, la salute mentale, le fragilità in generale siano sparite dall’agenda politica e siano diventate un problema delle famiglie. Queste famiglie troppe volte sono lasciate sole».

Rosy Bindi ha invece sottolineato come il Sistema sanitario nazionale non debba perdere la sua natura universalistica. «Vogliamo richiamare l’importanza di questo bene, la salute, che non a caso la Costituzione definisce diritto fondamentale, perché se non si è in salute non si lavora, non si studia, non si godono neanche le bellezze, non si fa neanche il riposo, non si hanno relazioni umane e quindi è un bene al quale il Paese deve continuare a consegnare se’ stesso». «Naturalmente centrale per assicurare il bene salute – ha aggiunto – è che ci sia un Servizio sanitario nazionale funzionante e soprattutto che non perda la sua natura universalistica. Il diritto alla salute è un diritto della persona e deve essere assicurato a tutti, non è legato al contributo che ciascuno deve dare attraverso la fiscalità generale al costo dei servizi. Non dipende dal conto bancario, dalla carta di credito e neanche dal tipo di lavoro: tutte le persone hanno diritto che gli venga assicurata cura, che vengano presi in carico per le loro necessità».

L’ex parlamentare Pd ha sottolineato come «in questi anni il sistema sanitario ha avuto progressivamente meno finanziamenti, minore qualità e soprattutto che si è creata una sorta di disaffezione da parte degli utenti. Ecco noi vogliamo richiamare il Paese ad avere coscienza della preziosità di questo bene, come del resto per la scuola pubblica e tante altre scelte contenute nella nostra Costituzione. Se qualcosa dovrà cambiare dovrà cambiare perché la politica dovrà farsi promotrice di un grande dibattito, invece c’è una sorta di disattenzione, una mutazione genetica senza consapevolezza. Il nostro obiettivo – ha concluso – è quello di far uscire da un dibattito specialistico questi argomenti e di rendere consapevoli e coscienti i cittadini italiani che potranno anche scegliere di cambiare sistema ma prima dovranno verificare la possibilità di potenziare quello che c’è».

 

Open chat
Hai bisogno di informazioni?
Scan the code
Powered by weopera.it
Ciao
Come posso aiutarti?

Se non hai WhatsApp Web sul tuo PC, puoi scansionare il codice dal tuo Smartphone per metterti in contatto con noi.