Sgombero di via Ponte di Mezzo, si riattiva il progetto Abitare Supportato

Tornata in possesso degli immobili, la Asl Toscana Centro riparte con il progetto di housing e co-housing 2.0, per le persone con bisogni complessi di salute mentale

Dopo lo sgombero, nei giorni scorsi, dell’edificio di via Ponte di Mezzo a Firenze, l’Azienda USL Toscana centro ritorna in pieno possesso dell’immobile acquistato. Occupato abusivamente nel 2015 lo stabile è stato liberato dalle Forze dell’Ordine, senza gravi criticità. Qui sarà attivato il Progetto Abitare Supportato denominato “Housing e co-housing 2.0, per le persone con bisogni complessi di salute mentale”.

L’Azienda, ha commentato infatti che ora potrà essere ripreso il percorso che prevede di destinare gli immobili di Via Ponte di Mezzo, già a suo tempo realizzati: si tratta di appartamenti (in tutto 10/12 mono/bilocali) che saranno messi a disposizione dei cittadini residenti nei territori aziendali (Empoli, Prato e Pistoia) e nel Comune di Firenze, per rispondere ai loro bisogni di autonomia abitativa.

La zona di via Ponte di Mezzo si presta bene ad accogliere il progetto

La scelta dell’immobile da parte della ASL deriva dalla sua localizzazione geografica strategica (è nel centro del Quartiere 5), in una zona ricca di risorse: ben servita da tutti i servizi, con molte strutture anche a carattere ricreativo e ben collegata; a piedi, in autobus e con il servizio di tranvia si raggiungono facilmente i centri commerciali ed inoltre, è a poche centinaia di metri dal Centro Diurno.

«La possibilità di disporre di una abitazione è una componente essenziale per la riabilitazione delle persone con problemi di sofferenza mentale associata a bisogni socio-sanitari – spiega una nota -: i pazienti, già in carico ai servizi di salute mentale, saranno inseriti negli appartamenti, dopo la necessaria valutazione clinica, e lì potranno intraprendere un percorso in autonomia, in un favorevole contesto sociale e relazionale, con la garanzia degli interventi a carattere domiciliare dei team multiprofessionali e da parte degli educatori e degli assistenti sociali».

In particolare il progetto prevede che per l’ingresso negli appartamenti sia prevista la stesura di un Progetto Terapeutico Riabilitativo Individualizzato globale residenziale da parte dell’équipe multidisciplinare del Servizio di Salute Mentale da cui provengono le persone e l’intervento del team Abitare Supportato multidisciplinare.

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