«Tatuaggi sì, ma fatti in sicurezza». Il punto con Renzo Nibbi

Nibbi (Confartigianato Imprese Firenze) fotografa la categoria, spiegando come si sceglie un professionista, i prodotti da utilizzare, come gestire il post e molto altro

Belli i tatuaggi, ma fatti in sicurezza. Che siano piccoli o di grandi dimensioni, colorati o meno, in vista o in parti del corpo nascoste, i tatuaggi non smettono di essere di tendenza. Il settore ha registrato un boom negli ultimi anni. In particolare, in provincia di Firenze, ci sono circa 600 tatuatori e la Toscana è avanti sulla regolamentazione del mestiere rispetto al resto dell’Italia. Ad affermarlo Renzo Nibbi, coordinatore del settore Benessere per Confartigianato Imprese Firenze.

Perché dice che il settore tatuaggi in Toscana è avanti?

«Siamo stati la prima regione a regolamentare il settore con una legge del 2004 e a seguire con un regolamento del 2007, i primi a stabilire precisi standard professionali e igienico sanitari, a partire dalla dimensione degli spazi a come devono essere igienizzati gli ambienti, fino all’obbligo di usare attrezzature sterilizzate in autoclave o monouso. Abbiamo, inoltre, stabilito che la qualifica di tatuatore e piercer deve essere conseguita con corsi riconosciuti presso strutture formative autorizzate a livello regionale. Prima che venga fatto il tatuaggio, è obbligatorio che il cliente firmi il consenso informato dove si elencano le caratteristiche del tatuaggio, i prodotti usati e rischi che si possono correre».

Cosa manca ancora?

«Una legge a carattere nazionale che uniformi il settore. Attualmente ci sono singole leggi regionali che hanno preso spunto dalla nostra, ma non sono identiche».

A partire da quale età ci si può tatuare?

«È vietato fare tatuaggi e piercing a minori di 14 anni, fino a 18 anni non si può farli senza il consenso informato firmato da genitori e tutori».

Quali i prodotti/strumenti indicati per farlo?

«Le attrezzature monouso o sterilizzate in autoclave, esattamente come si igienizza qualsiasi strumento chirurgico. Per quanto riguarda gli inchiostri, la Toscana dal 2007 era già avanti rispetto agli altri nell’utilizzo di inchiostri con assenza totale di metalli pesanti, ammine aromatiche o cancerogeni. Tutto questo oggi è certificato».

Come si gestisce il tatuaggio nei giorni immediatamente successivi?

«Dipende molto da tatuatore a tatuatore, a seconda dei prodotti per la cura che consiglia. Di base ci sono indicazioni generali da tenere presente: non esporlo al sole, evitare situazioni causa di infezioni (come per esempio sabbia o fare sport). A livello di ferita, un tatuaggio è equiparabile a una leggera escoriazione. Va tenuto pulito con acqua e sapone neutro, coperto in giro altrimenti scoperto a casa per favorire la cicatrizzazione. In caso di infezione occorre rivolgersi subito a un medico».

E per cancellarne uno?

«Per la rimozione si entra in ambito medico chirurgico, non si va da un tatuatore in questo caso (se non per modificarlo). In passato si ricorreva a tecniche invasive, anche di dermoabrasione ora, con l’avvento dei nuovi laser, sono state sostituite da apparecchiature biomedicali».

Cosa si deve tenere presente per scegliere un tatuatore?

«Per stare tranquilli la prima cosa da fare è evitare tatuatori improvvisati a casa o in luoghi improvvisati perché non possono offrire nessuna garanzia. Gli standard qui in Toscana sono elevatissimi per quanto riguarda gli studi, tutti centri riconosciuti dalla normativa regionale, iscritti in Camera di Commercio, e quindi controllati dall’Asl. Poi non rimane che accertarsi che il tatuatore sia artisticamente competente e in linea con i propri gusti».

Alessandra Ricco

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