Vaccino contro il Papilloma virus: prima volta in sala operatoria al Piero Palagi di Firenze

La prima dose è stata somministrata nei giorni scorsi

Ha preso il via nei giorni scorsi al Piero Palagi di Firenze la somministrazione alle donne del vaccino contro il Papilloma virus (HPV) direttamente in sala operatoria. Si tratta della prima esperienza di questo tipo in Italia. Il percorso prevede di offrire la prima dose del vaccino alle donne che si sottopongono all’intervento di “conizzazione” (intervento che consiste nell’asportare lesioni della cervice uterina ed utilizzato per scopi terapeutici).

Questo importante programma di prevenzione è stato messo a punto da un gruppo di professioniste dell’Azienda USL Toscana centro e dell’Ispro nell’ambito della struttura operativa complessa Attività Consultoriali diretta da Valeria Dubini. Ne fanno parte: una pediatra vaccinatrice la dottoressa Maria Francesca Gola e una ginecologa esperta di patologie del basso tratto genitale, nonchè referente clinico aziendale dello screening la dottoressa Karin Louise Andersson dell’Azienda Sanitaria insieme alle colleghe di Ispro, Paola Mantellini e Anna Iossa.

Il percorso inizia dal momento della diagnosi con un accurato counceling e prosegue il giorno dell’intervento con la sottoscrizione del consenso e la somministrazione della prima dose del vaccino in sala operatoria. Alla dimissione dell’intervento, peraltro ambulatoriale, viene consegnata la data per la seconda dose. In questo modo si evitano percorsi faticosi per le donne e rischio di dimenticanze o discontinuità. Nella Regione Toscana una delibera raccomanda di effettuare la vaccinazione nelle donne che vanno incontro a questo intervento, possibilmente in tempi molto rapidi. Per questo la Direzione Sanitaria, dopo l’attivazione del percorso al Piero Palagi, intende estenderlo  in tutti i territori dell’Azienda.

«L’idea è semplice – spiega la dottoressa Dubini- ma contiene alcuni elementi essenziali per la salute delle donne: evidentemente è necessario implementare una copertura vaccinale del tutto insoddisfacente e promuoverla attraverso percorsi fluidi e semplificati;  inoltre l’offerta proattiva riduce in maniera consistente il rischio di recidiva e dunque di re intervento,  e i disagi per le pazienti e anche i costi legati al successivo follow up che significa controlli ed esami diagnostici come  colposcopie, biopsie e pap test».

Inizialmente raccomandata in Toscana (con la delibera 193/19) nelle ragazze di 12 anni di età, la vaccinazione è attualmente offerta gratuitamente  per ragazze e ragazzi e anche in alcuni casi , al di fuori di questa fascia di età, con fragilità specifiche come immunosoppressione, portatrici di infezione HIV, o ancora in donne con patologia della cervice uterina determinata appunto dal  Papilloma virus. In particolare, si è messo in evidenza negli ultimi anni, come la vaccinazione HPV sia in grado di potenziare la risposta immunitaria anche in situazioni in cui il virus ha determinato alterazioni delle cellule del collo dell’utero, tanto da rendere necessario l’intervento di “conizzazione”.

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