Epatite: dati e azioni messe in atto in Toscana

Oggi si celebra la Giornata mondiale dedicata a questa patologia

Oggi, 28 luglio, si celebra in tutto il mondo la Giornata mondiale dell’Epatite, istituita dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) nel giorno della nascita di Baruch Blumberg, biochimico statunitense, premio Nobel per aver scoperto nel 1967 il virus dell’Epatite B e sviluppato il primo vaccino. Vaccino che invece per l’Epatite C è ancora un traguardo da raggiungere. Sono diversi gli ostacoli sul percorso, come il numero di casi non sufficiente per tracciare uno studio sulla vaccinazione o per esempio il non sapere con certezza contro quali proteine virali sia importante sviluppare anticorpi per proteggere il paziente dall’infezione. Dall’epatite C si può comunque guarire: i nuovi agenti antivirali ad azione diretta hanno reso la cura una strategia economicamente efficace.

L’importante è diagnosticarla per tempo. E proprio a settembre partirà in Toscana il programma di screening gratuito per eradicare il virus dell’epatite C. A questo progetto collaborano insieme Asl e Agenzia regionale di sanità della Toscana (Ars). È destinato a tutti i nati tra il 1969 e il 1989, ed allargato alla popolazione carceraria e a chi è seguito dai servizi pubblici per le dipendenze. I cittadini verranno invitati attraverso un sms. Chi non lo riceverà (e rientra nella popolazione target) potrà recarsi presso i punti prelievi ed eseguire il test: un semplice pungidito ed esame del sangue.

Secondo Ars Toscana, alla data del primo luglio 2022, risultano presenti in Regione oltre 30mila persone che hanno fatto almeno un accesso al Sistema sanitario regionale con diagnosi di HCV (prevalenza 0,83%). L’analisi del trend mostra un incremento del numero di persone con infezione da HCV che hanno avuto accesso al SSR, confermando come le politiche attivate abbiamo favorito l’emersione della patologia (dal primo gennaio 2015 al primo gennaio 2022 il numero di persone che si sono rivolte al SSR per infezione da HCV è aumentato di 7.986 unità). Nonostante ciò, permane una quota di soggetti che, nonostante risultino in possesso di esenzione per HCV cronica, non sono stati sottoposti a trattamento farmacologico o al ricovero ospedaliero e pertanto a rischio di andare incontro a un aggravamento del quadro patologico (3.811 persone).

Già da molti anni la Regione Toscana pone una forte attenzione nei confronti di questa tematica. E lo fa, per esempio, con progetti volti a conoscere la diffusione della malattia, ma anche finalizzati al controllo e contrasto all’infezione da HCV sul territorio regionale. A questo si è aggiunta la possibilità di effettuare lo screening con tamponi salivari per la ricerca di anticorpi anti-HCV nei pazienti in carico ai servizi per le dipendenze e alla popolazione detenuta nelle strutture toscane. Inoltre, dal 2015, la Toscana ha attivato sul proprio territorio numerosi progetti di ricerca finalizzati a stimare il numero di persone con infezione attiva da HCV potenzialmente trattabili con i farmaci antivirali ad azione diretta (DAA) oppure già in carico ai servizi epatologici della Toscana. L’attività di ricerca è attualmente in corso attraverso lo studio regionale “Optimisation of diagnosis and care Pathways for chronic HCV in Tuscany – OPT-HepaC”.

L’epatite si contrae attraverso il contatto con sangue infetto. Il rischio di infettarsi si ha dunque con lo scambio di siringhe nell’iniezione di droghe per via endovenosa, pratiche come tatuaggi, piercing o altre procedure estetiche condotte in condizioni igieniche poco sicure, nella condivisione di oggetti personali taglienti e pungenti contaminati da sangue (come rasoi, spazzolini o taglia unghie) e alcune pratiche sessuali effettuate senza le necessarie precauzioni. Sicure invece le trasfusioni di sangue, dopo che, negli anni Novanta, sono stati introdotti test specifici sui donatori.

Alessandra Ricco

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