Giornata Mondiale per la prevenzione del suicidio. Armellini: “Ma ognuno di noi può rompere il silenzio”

Ogni anno in Toscana ce ne sono circa 300, 4000 in Italia

Il 10 settembre è la data che l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha indicato come Giornata Mondiale per la Prevenzione del suicidio. Ogni anno i suicidi sono più di 700.000 nel mondo, quasi 4000 in Italia e circa 300 (uno su 10.000 abitanti) in Toscana, con conseguenze devastanti, molto spesso, in chi rimane. Il suicidio è anche la terza causa di morte (il 12%) nella popolazione tra 15 e 29 anni. Ancora non sappiamo quale è stato l’effetto della pandemia su questo fenomeno, ma certamente negli ultimi 3 anni sono aumentati di un terzo i tentativi di suicidio che sono arrivati al Pronto soccorso degli ospedali della Asl Toscana centro, soprattutto tra i giovani e giovanissimi.

Per questo l’Istituto Superiore di sanità ha deciso di istituire un Osservatorio epidemiologico suicidi e sui tentativi di suicidio (Oestes). Sicuramente i gravi disturbi dell’umore, le psicosi, l’abuso di alcol, cocaina e crack costituiscono fattori rischio importanti, per non parlare di situazioni sociali particolari come il carcere, in cui i suicidi arrivano a 15 su 10.000. In questi casi l’attenzione deve essere massima.

“Ci sono fattori di vulnerabilità che possono essere individuati e che devono diventare oggetto di azioni preventive, azioni di salute mentale di comunità – dichiara Marco Armellini, direttore del dipartimento Salute Mentale della Asl Toscana centro – Dobbiamo essere tutti consapevoli, però, che la prevenzione del suicidio passa, prima di tutto, dalla consapevolezza che ognuno di noi può fare qualcosa, prima di tutto parlandone, contrastando lo stigma, la vergogna e il silenzio che ancora oggi circondano questi eventi”.

Nella Asl Toscana centro ci sono servizi di consulenza e ascolto in tutti i territori dell’Azienda. Sul sito web aziendale, territorio per territorio, presidio per presidio sono riportate tutte le modalità di prenotazione per una prima visita, con i numeri telefonici da chiamare e gli orari di accesso al servizio.

“Certamente gli psicologi e gli psichiatri dei Servizi di Salute Mentale devono diventare sempre più capaci di effettuare una valutazione accurata del rischio di suicidio e intervenire di conseguenza – sottolinea Armellini- ma questa competenza deve essere estesa anche agli operatori dell’emergenza e urgenza e delle cure primarie.

Dobbiamo anche diffondere competenze di supporto tra pari tra i giovani e giovanissimi e con le famiglie di chi soffre di gravi patologie cromiche, Tutti, anche i non professionisti, devono però comprendere che combattere la solitudine e l’isolamento, parlare chiaramente delle proprie preoccupazioni con chi ci sembra in una condizione particolarmente vulnerabile, è un’azione che può portare speranza”.

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