Infermieri ucraini possono esercitare in Italia con il Passaporto per le qualifiche dei rifugiati

Opi Firenze-Pistoia: «la Regione Toscana inserisca gli infermieri ucraini nel percorso previsto dalla Giunta Regionale per la costituzione di un elenco regionale di professionisti interessati all’esercizio temporaneo della professione»

 

I professionisti sanitari ucraini arrivati in Italia dopo lo scoppio della guerra potranno esercitare nel nostro Paese, purché abbiano il Passaporto europeo per riconoscere le qualifiche dei rifugiati. Un documento sviluppato dal Consiglio d’Europa e pensato per aiutare i rifugiati ad integrarsi nella comunità in cui vivono. Lo prevede il decreto “Misure urgenti” per l’Ucraina pubblicato nella Gazzetta Ufficiale del 21 marzo scorso. Il Decreto “consente l’esercizio temporaneo delle qualifiche professionali sanitarie e della qualifica di operatore socio-sanitario ai professionisti ucraini” che hanno lasciato il paese per il conflitto. Un provvedimento su cui è intervenuto l’Ordine delle Professioni Infermieristiche Interprovinciale di Firenze e Pistoia.

La richiesta di Opi Firenze-Pistoia

«Per una maggiore tutela degli assistiti – spiegano da Opi Firenze e Pistoia – chiediamo alla Regione Toscana di inserire gli infermieri ucraini nel percorso previsto dalla delibera 28 della Giunta Regionale dello scorso 17 gennaio, “Definizione delle procedure per la costituzione di un elenco regionale di professionisti interessati all’esercizio temporaneo della professione di infermiere“. La delibera prevede l’accesso tramite portale con successiva valutazione dei titoli dichiarati dai professionisti e il sostenimento della prova di esame per l’accertamento della conoscenza della lingua italiana. Per essere poi inseriti in un elenco di professionisti disponibili ad accettare di stipulare contratti con datori di lavoro dell’area socio sanitaria».

 

Chi vorrà lavorare dovrà compilare un formulario online per ricevere il Passaporto

Medici, infermieri e tutti gli operatori sanitari potranno quindi lavorare nelle strutture sanitarie “in deroga al riconoscimento dei titoli” fino al 4 marzo del 2023. Saranno i datori di lavoro a scegliere se attivare contratto a tempo determinato oppure affidare incarichi libero-professionali o di collaborazione. Chi vorrà lavorare dovrà compilare un formulario online per ricevere il Passaporto europeo per riconoscere le qualifiche dei rifugiati. Il documento  contiene la valutazione delle qualifiche accademiche dei rifugiati che hanno conseguito un titolo finale di scuola secondaria o universitario ma che non hanno con sé la relativa documentazione per dimostrarlo.

 

La procedura di rilascio del Passaporto europeo delle Qualifiche dei Rifugiati

La procedura per ottenere il Passaporto si svolge in due fasi. In prima battuta il candidato dovrà compilare un questionario con le informazioni relative al suo percorso scolastico, alle lingue parlate e alle esperienze lavorative. Il questionario viene poi inviato ai credential evaluator che potranno così effettuare una revisione della documentazione presentata. Il passo successivo prevede che il candidato sostenga un colloquio davanti ad una commissione di valutatori esperti che decidono se rilasciare o meno il documento. In caso di esito positivo, il Passaporto Europeo delle Qualifiche dei Rifugiati viene rilasciato una settimana dopo il colloquio. Ha una validità di 5 anni.

 

Le finalità del documento, basato sulla Convenzione di Lisbona

Il Passaporto è rivolto esclusivamente ai rifugiati che sono scappati dal Paese d’origine per persecuzioni o guerra in modo da offrire loro supporto. Un concetto presente nella legislazione internazionale, inclusa la Convenzione di Lisbona in materia di riconoscimento del Consiglio d’Europa e dell’UNESCO. La Convenzione prevede di adottare “tutti i provvedimenti possibili e ragionevoli per elaborare procedure atte a valutare equamente ed efficacemente se i rifugiati, i profughi e le persone in condizioni simili a quelle dei rifugiati soddisfano i requisiti per l’accesso all’istruzione superiore”.

 

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