Infermieri volontari per la Protezione Civile

Intervista a Francesco Ciani tesoriere del Cives nazionale e di Firenze

Fin dall’inizio dell’emergenza Covid-19, i professionisti sanitari sono stati mobilitati all’interno del sistema di Protezione Civile, per portare avanti interventi di assistenza ai cittadini sul territorio. Tra i primi sul campo per fronteggiare l’emergenza Coronavirus c’è stato il Cives, Coordinamento Infermieri Volontari Emergenze Sanitarie. Attiva in tutta Italia, l’associazione di volontariato è articolata su base provinciale ed è formata da infermieri regolarmente iscritti agli Ordini provinciali Opi.

Questo difficile frangente ha visto gli infermieri del Cives attivi fin da subito negli aeroporti, dove a febbraio sono stati attivati i checkpoint per il controllo di tutti i passeggeri in arrivo. Successivamente il loro contributo è stato declinato in diversi servizi di assistenza ai cittadini sul territorio. Dalla consegna di medicinali all’assistenza dei pazienti in negativizzazione ai tamponi. Ne abbiamo parlato con Francesco Ciani, tesoriere di Cives Firenze e nazionale, che ha tracciato un quadro fiorentino, toscano e nazionale dell’attività dell’associazione a supporto dei cittadini.

Da Firenze a Pisa per i passeggeri della Costa Luminosa

«Uno dei soci di Cives Firenze nei giorni scorsi ha partecipato all’apertura di un albergo a Pisa, la cui gestione sanitaria è stata affidata alle Misericordie di Pisa che si è appoggiata ai nuclei Cives di Firenze e Livorno, coordinati dal Cives nazionale. Qui è stato ricoverato il personale della Costa Luminosa, la nave di Costa Crociere attraccata nel porto di Savona – spiega Ciani -. Il collega è rimasto cinque giorni per vigilare i pazienti H24. È stato il primo ad occuparsi di queste persone. Quindi, oltre alla vigilanza, si è occupato di fare i tamponi a tutti gli ospiti. E di educare i volontari sulle procedure di vestizione e svestizione in caso di contatto con persone positive». È stata inoltre attivata una procedura in sinergia con il 118 per il ricovero di eventuali pazienti positivi.

Gli interventi a sostegno dei volontari nel Comune di Firenze

Nel comune di Firenze è attiva una convenzione con la Protezione Civile per la gestione di due aree dedicate a pazienti non ospedalieri a supporto dell’attività dei volontari. «Su Firenze abbiamo 5 infermieri che hanno dato la reperibilità giornaliera e in parte notturna per assistere pazienti positivi in due aree allestite dal comune di Firenze – spiega Ciani -. Una è al parcheggio scambiatore dell’aeroporto, dove sono stati approntati dei moduli shelter e l’altra al centro Figc Coverciano che accoglie 35/40 persone. Vi sono ospitati pazienti in negativizzazione o che non necessitano di ricovero ospedaliero ma non possono fare la quarantena a casa propria». Cives interviene in caso si renda necessario un contatto diretto con i pazienti.

L’impegno del Cives sul territorio nazionale per l’emergenza Covid

Ma l’associazione degli infermieri volontari opera a livello nazionale, su più fronti. «A Livorno, ed esempio, effettuiamo servizio di consegna farmaci a domicilio, mentre a Campobasso opera la struttura Mia (Modulo Infermieristico Avanzato, ndr). Un ambulatorio mobile attivo per l’esecuzione di tamponi ai cittadini – spiega Ciani -. Sempre a Campobasso ma anche a Fermo abbiamo lavorato nelle tende pre-triage. Siamo stati attivati per il supporto ad alcune Rsa lombarde e all’Ospedale di Montichiari (Brescia). Il nucleo di Venezia, in collaborazione con la Croce Rossa, esegue sorveglianza sanitaria in un centro immigrati e sorveglianza domiciliare in altri tre comuni dell’hinterland veneziano. Dai primi di febbraio c’è stata poi tutta la parte di vigilanza negli aeroporti: Milano Malpensa, Venezia Marco Polo, Bari, Pescara, Brindisi. E il lavoro con la Cross per il trasferimento di pazienti non covid dalla Lombardia ad altre regioni».

L’impegno ad essere attivi su ogni fronte

In un momento in cui i professionisti sanitari scarseggiano, anch’essi spesso colpiti dal Covid-19, l’impegno è più che mai intenso.  «È difficile dare la nostra disponibilità come volontari perché, come è giusto, le aziende tendono a non darci il permesso – spiega Ciani -. Siamo tutti impegnati nella gestione dell’emergenza. Negli ospedali la situazione continua ad essere difficile, con i reparti di terapia intensiva tuttora al limite della capienza. Ma cerchiamo comunque di essere attivi su ogni fronte. Per non lasciare scoperto nessuno dei nostri ruoli ed essere al fianco dei cittadini».

 

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