Lo insegna il libro “Fiabe di ieri, oggi” di Sibilla Santoni nato con l’intento di educare i più piccoli alla parità di genere
E se Cappuccetto Rosso si salvasse da sola? O se La Sirenetta non rinunciasse alla propria identità per amore del principe? Ci suonerebbe così strano? Forse sì, purtroppo. Ed è proprio per questa consapevolezza che Sibilla Santoni, avvocato e presidente del Comitato Pari opportunità dell’Ordine degli Avvocati di Firenze, ha pensato di riscrivere alcune delle fiabe più famose in una chiave diversa. Tratteggiando un mondo in cui le protagoniste non sono discriminate in quanto donne. Anzi. Destinatari del messaggio sono i più piccoli: il terreno fertile su cui costruire un futuro fatto di equità e consapevolezza.
Avvocata Santoni, perché proprio un libro di fiabe?
«Faccio parte del comitato pari opportunità da molto prima di diventarne presidente e mi confronto con questo tema da tanto tempo. Come avvocata mi occupo di diritto di famiglia e minorile e questo mi rende bene evidente quanto i carichi familiari siano distribuiti in maniera impari a sfavore delle donne. Donne che molto spesso non hanno piena consapevolezza dei propri diritti e sono vittime di un retaggio culturale che tarda a scomparire. La mia esperienza ha fatto maturare in me la consapevolezza che un’effettiva rimozione della discriminazione è possibile solo partendo dalla cultura, che deve fare ancora grossi passi avanti sulla parità. E i soggetti deputati a questo cambiamento sono quelli che hanno una mente più aperta e meno condizionata: i bambini. Da qui la scelta di scrivere un libro di favole».
Il libro si chiama “Fiabe di ieri, oggi” ed è edito da Etrù edizioni, una piccola casa editrice di Pistoia fondata da Emanuela Baldi e Alice Trippi. I racconti sono accompagnati dalle delicate illustrazioni di Ginevra Ballati, mentre Samantha Bertoldi ha curato grafica e impaginazione. Un libro tutto al femminile dedicato a bambini e bambine che racconta con una nuova voce storie classiche, conosciute da tutti ma adeguate a modelli contemporanei. Perché ilcontrasto alla violenza e alla discriminazione contro le donne nasce dall’infanzia, dalle storie che raccontiamo.
Quali storie ha scelto di riscrivere in chiave contemporanea?
«Il libro contiene quattro favole: La bella addormentata, Cappuccetto rosso, Biancaneve e La sirenetta. Sono storie per bambini molto piccoli che ho pensato di riscrivere eliminando quegli stereotipi di genere che ritornano tantissimo nelle favole. Senza ovviamente cadere in dissertazioni pesanti ma con l’intento di fare arrivare il messaggio in maniera diretta ma non dirompente. Mostrando loro semplicemente un’altra realtà rispetto a quella che è stata scritta finora».
Qualche esempio?
«Cappuccetto rosso, pur non essendo il prototipo della principessa è una fiaba piena di stereotipi: la focaccia per la nonna la prepara la mamma e sia Cappuccetto Rosso che la nonna non sono in grado di salvarsi e hanno bisogno dell’inverto del cacciatore. La “mia” Cappuccetto Rosso si salva da sola: è vispa e furba e convince il lupo a non mangiare né lei né la nonna. La Sirenetta invece ci parla di una donna che annulla la propria identità per amore del principe. Questa volta invece dice no: se il principe la ama deve farlo per quello che è».
Cosa spera per questo libro?
«Spero di dare un piccolo contributo culturale, sono convinta che tutti noi dobbiamo impegnarci nella promozione della parità, in ogni aspetto della nostra vita. Perché la parità è alla base di un’effettiva democrazia. Spero che bambine e bambini non trovino nulla di strano nelle mie favole, che non trovino bizzarro che le principesse si salvino da sole. Questo vorrebbe dire che sono già consapevoli».
Ci sono le basi per un volume 2?
«Ne sarei contenta. Ma intanto vediamo come va con il primo. Ho lasciato fuori Cenerentola che con la figura della matrigna e delle sorellastre affronta un tema attualissimo, quello delle famiglie ricomposte. Potrebbe essere uno spunto per la seconda parte».
Chi volesse acquistare il libro può contattare l’autrice o tenersi aggiornato seguendo la pagina Facebook di Etrù edizioni