Uomo deceduto dopo i soccorsi senza sanitari: il punto di Opi Prato e Firenze-Pistoia

«Serve una rete capillare, che non può prescindere dal volontariato, ma non può delegargli responsabilità proprie dei professionisti»

In relazione ai fatti connessi al decesso di un cittadino di Vaiano occorsi lo scorso 29 giugno, l’Ordine delle professioni infermieristiche di Prato insieme a quello di Firenze-Pistoia rilascia il seguente comunicato.

“Apprendiamo dalla stampa che il giorno 29 giugno un uomo di 64 anni di Vaiano ha accusato un malore; raggiunto da un’ambulanza con soli soccorritori, proveniente da Prato e inviata dalla centrale dell’emergenza sanitaria, ha poi avuto un arresto cardiaco durante il trasporto verso l’ospedale di Prato. I soccorritori, iniziate le manovre di rianimazione, hanno seguito le istruzioni della centrale operativa che ha inviato l’ambulanza con medico da Vernio e l’elicottero Pegaso, nel tentativo di candidare il paziente alla rianimazione con circolazione extracorporea che è disponibile per questa realtà territoriale solo all’ospedale di Careggi. Purtroppo nonostante la circolazione extracorporea il paziente è deceduto e sono stati donati gli organi.

Prima di tutto la comunità infermieristica rappresentata dagli scriventi ordini vuole esprimere le più sentite condoglianze alla famiglia del Signor Farsetti per la grave perdita subita.

Inoltre riteniamo opportuno intervenire per focalizzare l’attenzione su alcuni aspetti molto importanti affinché la faccenda non sia letta come una polemica di pancia ma si stimoli un confronto costruttivo che porti a una migliore gestione del sistema di emergenza territoriale.

Non è intenzione degli scriventi ordini dare un giudizio di merito sull’accaduto, che certamente potrà essere ben valutato nelle opportune sedi.

Tuttavia, non possiamo fare a meno di rimanere sorpresi dalle dichiarazioni del Direttore Generale della USL Toscana Centro in un’intervista rilasciata al canale RTV38, secondo cui “un arresto cardiaco è una situazione imprevedibile e l’atto che si effettua lo sanno fare i volontari perché sono preparati e formati per questo. Il medico non può aggiungere nulla al massaggio cardiaco o all’uso di macchinari che sono stati messi in atto”.

Se questa posizione fosse plausibile, sarebbe difficile comprendere la scelta della nostra Regione, da noi condivisa, di mantenere professionisti laureati, medici e infermieri, anche in equipe congiunta, sul territorio al fine di gestire, come indicato dalla letteratura internazionale e dalle buone pratiche, casi come questo. In realtà, molti di questi eventi possono essere prevenuti attraverso una valutazione accurata delle condizioni del paziente e l’implementazione delle correzioni necessarie da parte di operatori sanitari inviati sul posto dopo un corretto triage telefonico. Questo triage ha il compito di seguire le indicazioni del documento “dispatch regionale” e della letteratura internazionale, stratificando il profilo delle necessità di assistenza attuali e prevedibili per l’utente e garantendo l’invio della risorsa “Ottimale teorica” a tale scopo.

Riteniamo, alla luce di questo episodio e di altri accaduti nel tempo, che il sistema di emergenza-urgenza delle nostre aree debba profondamente rivedere i propri paradigmi fondamentali, garantendo una rete capillare di soccorso. Tale rete non può prescindere dal prezioso contributo del volontariato, ma non può neanche delegare alle organizzazioni volontaristiche le responsabilità e conoscenze proprie dei professionisti sanitari in termini di governo del sistema. Anche per quanto riguarda l’aspetto operativo, è importante sottolineare che non è possibile delegare ai volontari le prerogative dei sanitari in termini di capacità e possibilità di stabilizzazione dei pazienti effettivamente o potenzialmente critici, le cui condizioni possono mettere a rischio la vita.

È fondamentale comprendere che, oggi più che mai, i professionisti sanitari devono essere coinvolti nelle scelte organizzative, poiché sono gli attori principali e insostituibili del sistema. Purtroppo, fino ad oggi, questo coinvolgimento è spesso mancato o è stato marginale.

Per quanto concerne il sistema 118 dell’Area Vasta Centro non si può non notare come le scelte effettuate negli ultimi anni riguardo i profili di direzione, troppo limitati nella durata, non siano state in grado di garantire una continuità che potesse portare allo sviluppo di una vision coerente per l’implementazione del servizio, specie in un momento di grave carenza dei professionisti.

Riteniamo inoltre che le risorse infermieristiche, così come quelle con un medico a bordo, debbano essere posizionate in modo strategico sul territorio, con logiche avulse da qualunque tipo di campanilismo, in modo da garantire sempre la presenza di una rete dinamica basata su livelli di assistenza crescenti.

È noto infatti che nel comune di Vaiano da circa sei mesi è stato chiuso il punto medico che era presente di giorno da molti anni. In un primo momento era stato deciso dalla Asl di non mettere nessun sanitario e lasciare il comune di Vaiano con un’ambulanza con soli soccorritori. Dal mese di maggio è stata inserita un’ambulanza infermieristica solo per il sabato la domenica e i giorni festivi.

A giudizio di chi scrive appare quindi importante, e dirimente, che l’azienda ASL trovi con il Comune di Vaiano le soluzioni migliori affinché l’ambulanza infermieristica presente al momento “a scartamento ridotto” raggiunga la piena operatività, almeno per le 12 ore diurne che erano precedentemente coperte dall’ambulanza medicalizzata.

Sempre dalla stampa si apprende che il 1 luglio il Presidente della Regione Toscana Eugenio Giani, a margine di un evento sanitario tenutosi in un altro comune del pratese, ha promesso al Sindaco di Vaiano Primo Bosi che l’ambulanza infermieristica a Vaiano sarà presto a pieno regime.

Ci auguriamo che quanto promesso dal Presidente Giani trovi rapida attualizzazione, nell’interesse primo dei cittadini, che grazie alla presenza dell’infermiere sull’ambulanza avranno un livello di assistenza più alto e, in caso di scenari complessi, potranno veder garantito un maggior livello di sicurezza.

Gli Ordini scriventi sono come sempre disponibili a collaborare attivamente per garantire la massima tutela della cittadinanza e degli operatori sanitari.

 

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